Napoli. “Primo dopoguerra, la fame , la miseria, la disperazione e un piroscafo che aspetta , per portare i sogni e le speranze oltre oceano. Un vicolo napoletano ricco di intrighi, storie e tradimenti nasconderà l’amore per Napoli. Un messaggio intenso e attuale che cercheremo di esternarvi attraverso le canzoni e le emozioni di un popolo forte.”
Giò Siciliano presenta così il suo “Caro Eduardo…j’ resto cca !”. Lo fa con l’entusiasmo e la passione di chi nel Teatro ci crede davvero e l’ha scelto come condizione indispensabile di vita, oltre che quale strumento elettivo di comunicazione.
Il 27 gennaio, ore 18,30, al Bolivar in via Bartolomeo Caracciolo, che sarà sicuramente ancora una volta gremito dal pubblico degli appassionati di Giò, la brava autrice teatrale, attrice e cantante pluripremiata, presenterà insieme alla sua Compagnia “E figli ‘e Napule”, il lavoro già ampiamente conosciuto e apprezzato, da lei appunto ideato e scritto e per la sua stessa regia.
Poliedrica artista per passione, oltre che specialista in Angiologia e chirurgo vascolare, Giò è la protagonista principale dello spettacolo, nel quale oltre a recitare canta appassionatamente diverse canzoni napoletane, accompagnata ancora una volta al piano, dal bravo maestro Gabriella De Carlo con la quale esiste ormai una notevole intesa artistica che sta dando notevoli risultati, e dall’orchestra consueta.
Sul palcoscenico del teatro di Materdei, reciteranno, danzeranno e canteranno tanti giovani da lei scoperti, formati e avviati al teatro. Partecipazione straordinaria di Sasà Trapanese, bravo attore e cantante, nella parte di Don Eduardo.
Ci sarà Cristiano Avolio, voce di baritono, figlio di Giò Siciliano (e su vede!) che non mancherà di incantare il pubblico con la sua bella voce e l’intensità delle canzoni che ancora una volta saprà interpretare.
Ancora, un’altra figlia di Giò, Arianna Avolio. Poi, la tammorra di Carmen Percontra Ritmi del Sud, con la voce di Enzo Tammurtiello Esposito e le danzatrici, che proporranno il ballo popolare campano che segue il ritmo del tamburo, strettamente legato alla tarantella meridionale, dalle antiche radici, danza dalla lunga tradizione e dagli indissolubili legami con il mondo contadino e soprattutto con la madre terra.
“Caro Eduardo… j’resto cca!” è un coinvolgente spettacolo musicale, con equilibrate influenze della sceneggiata – genere teatrale-musicale popolare napoletano – che risale proprio al primo dopoguerra, periodo di ambientazione dello vicenda rappresentata.
Un ora e tre quarti di musical partenopeo, ambientato nella Napoli antica e nei suoi vicoli dove la miseria è di casa, dove è predominante l’economia di quartiere e tra sorriso e lacrime, la vita è vissuta con “core napulitano”. Dove il coraggio più grande è quello di chi esclama convinto, invece di partire: “j’resto cca!
“Core ‘ngrato, quello di una donna che tradisce il suo amore! Vito è tornato, ma non ha trovato la sua Catarì, al porto ad attenderlo c’era solo una sua lettera. Cosa gli avrà scritto la sua Catarì? Amore: c’è chi lo nasconde per paura di non essere corrisposto, chi lo allontana perchè crede di non meritarlo, e poi… e poi c’è Furturella che l’amore piace prenderlo in giro. Lei e Giuvanne lasceranno insieme Napoli? Forse sì… forse no…” – anticipa con studiato riserbo Giò Siciliano.
“Eravamo lì, il piroscafo davanti a noi e una scelta: potevamo partire alla ricerca di una vita migliore e lasciare la nostra Napoli. Ma chi ha deciso che lontano da Napoli è meglio? Così ci siamo guardati, ognuno con i suoi guai. Meglio ‘a miseria c’ ‘a tristezza, ci siamo detti.
E allora… Caro Edoardo j ‘resto ccà!”
Teresa Lucianelli