Barack Obama esce sconfitto duramente dalle elezioni di midterm, visto che i repubblicani hanno conquistato la maggioranza in Camera ed in Senato. Avrà vita dura negli ultimi due anni di mandato e sarà un’anatra zoppa. Gli americani quando le cose non vanno bene, perchè la politica non produce risultati tangibili e concreti, indirizzano i loro scontenti sul presidente e sul suo partito. Obama ne prende atto e dice: “Nel bienno che mi resta ho un solo obiettivo, rendervi la vita migliore. Sono pronto a lavorare con questo Congresso a maggioranza repubblicana. Ma userò il mio potere di veto se mi presentano proposte inaccettabili”. La linea di condotta di Obama sarà quella di promuovere nuovi investimenti pubblici nelle infrastrutture, riforma fiscale per ridurre l’elusione, abbassando, al contempo, le tasse sulle imprese. Trattati di libero scambio con Europa ed Asia, uniti ad una sfida sull’immigrazione. Afferma che “se la destra continua a bloccare una riforma che regolarizzi i giovani senza permesso di soggiorno, agirà in tempi rapidi con atti dell’esecutivo”. In realtà i rapporti di forza sono cambiati in modo brutale, visto che il nuovo leader della destra vincitrice, Mitch McConnell, non ha neanche risposto ad una telefonata di Obama che, obtorto collo, ha dovuto lasciare un messaggio in segreteria. Obama viene quindi descritto come un presidente che “lotta per rimanere rilevante”. L’uomo Obama sta conoscendo il crepuscolo e non è più l’uomo di “Yes We Can”, che prometteva di cambiare l’America in meglio. Molto gli americani si aspettavano da lui, uomo di colore che era arrivato a spezzare 226 anni di monopolio degli euroamericani e li aveva abbagliati con la sua normalità. Questa irrazionalità fu testimoniata dal Nobel per la Pace, assegnato prima ancora che il suo trasloco alla Casa Bianca fosse completo. Obama in realtà era proiettato in un ruolo forse troppo grande per lui ed è ora impegnato a lasciare un’eredità storica anche attraverso la riforma dell’immigrazione, con relativa amnistia, capace di incassare il voto dei “Latinos”. E’ stato poi incerto di fronte al terrorismo dell’Is e molto debole ed inefficiente in politica estera. L’esecutivo ha trasmesso un’impressione di impreparazione di fronte a molte crisi interne, come Ebola, ondate di immigrazione ed internazionali, come Ucraina, Siria-Iraq e Datagate.
Cocis