Il declinante Feltri attacca la città di Napoli

Vittorio Feltri,  direttore di Libero,   durante una puntata della trasmissione ‘Fuori dal coro’, condotta su Rete 4 da Mario Giordano, ha detto: ‘Perché mai dovremmo andare in Campania? A fare i parcheggiatori abusivi? I meridionali in molti casi sono inferiori’. Mario Giordano, da spalla sciorinante, sposta il tutto sul governatore campano che intendeva chiudere i confini regionali se le regioni del nord chiudevano anzi tempo. Considerazione spot: i signori in onda avevano preparato il teatrino,  mettendo in scena un attacco alla città di Napoli. Ed è un fatto. Un fatto che stimola una considerazione che la tv, oggi, non guarda ai contenuti ma è semplicemente l’amante sporca dell’audience. Questo spiega perché rivediamo sempre in scena figure stantie e improbabili. Accendiamo i canali mediaset e ci ritroviamo Giordano, la D’Urso e altri,  che ospitano Giordano, Sgarbi, Platinette, Luxuria,  sempre pronti alla lite, agli insulti, per ogni se e per ogni quando. Nella migliore ci ritroviamo Maria De Filippi con Amici che propone liti tra due improbabili signore. In fondo ci resta da vedere esclusivamente ‘Porta a Porta’ con Bruno Vespa che parla di contenuti, giornalisticamente ben proposti. Torniamo a Feltri che risponde a Giordano e telespettatori: ‘Ho simpatia per De Luca, ma vorrei chiedergli se li chiude in entrata o anche in uscita? Perché a me risulta che ogni anno 14 mila campani si recano a Milano per farsi curare, perché le strutture sanitarie lombarde sono più rassicuranti di quelle campane. Io credo che nessuno di noi abbia voglia di trasferirsi in Campania’. Ritorna la parola a Giordano che replica: Adesso mi fai arrabbiare quelli della Campania, direttore!’.  Feltri risponde: ‘Io non ce l’ho con  la Campania! Sto solo dicendo che io, te e altri perché dovremmo trasferirci in Campania, a fare che cosa? I parcheggiatori abusivi?. Il fatto che la Lombardia sia andata in disgrazia per via del coronavirus ha eccitato gli animi di molta gente che è nutrita di invidia e di rabbia nei nostri confronti perché subisce una sorta di complesso d’inferiorità. Io non credo ai complessi d’inferiorità, io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori’. Giordano riprende la parola: ‘Direttore, adesso me li fai arrabbiare davvero! Non puoi dirlo questo!’. Feltri: ‘Chissenefrega se si arrabbiano!’. Giordano: ‘Se mi cambiano canale è un guaio, però!’. Feltri: ‘Non cambiano canale, mi guardano invece e mi odiano di più’.
Questo è il teatrino andato in onda su Rete 4, frutto di un pessimo giornalismo, che è diventato presto un caso politico. Il primo a finire sotto i riflettori è, a mio avviso, Mario Giordano che professionalmente ha permesso, a dispetto della legge Mancino, che il tutto sfociasse nelle manifestazioni di odio. Giordano poteva spostare senza difficoltà il punto del discorso contenendo lo sfogo di Feltri. Questo spiega il motivo che me lo fa definire ‘spalla sciorinante’ che stende in bella mostra una caterva di insulti, manco fossero asciugamani da stendere al sole. 
In realtà chi soffre d’invidia e di rabbia verso Napoli sono Giordano e Feltri e chi, del nord, la pensa come loro. Un napoletano, e lo ricordassero, è un minimo filosofo stoico con lieve, o forte, tendenza all’epicureismo. Fa il parcheggiatore? Bene, se lo farà, lo farà con un sorriso, costretto da una sorte avversa, che lo priva di un lavoro, perché disoccupato, perché ha figli, una famiglia. Ricordo un filmato messo in onda da ‘Striscia la Notizia’ che vedeva Luca Abete che fingeva un furto d’autovettura, ovviamente falso, da rimproverare al parcheggiatore che non era stato attento. Ricompare l’auto  con Abete  sbeffeggiante verso  il parcheggiatore che, con stanchezza, gli molla uno schiaffo: ‘Che dici, mio figlio si sta laureando…’. Da sottolineare la risposta. Ormai, insultare i napoletani è diventato uno sport che ben utilizza all’uopo un insulso napoletano,  a nome Abete,  che ritiene anche, in modo ridicolo, che i parcheggiatori a  Napoli siano camorristi. Se lo fossero il problema camorra sarebbe risolto, o forse non esisterebbe, valendo semplicemente pochi spiccioli.

Ovviamente tutti, nel mondo giornalistico, affermano che Feltri deve essere sanzionato duramente dall’Ordine dei Giornalisti: ‘I suoi continui attacchi volgari ai meridionali non hanno nulla a che vedere con la libertà di esprimere le proprie opinioni ma sono una vera e propria istigazione all’odio razziale’.

Il presidente del  Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti  Carlo Verna scrive al sindaco di Napoli Luigi de Magistris sul caso Feltri e il quotidiano Libero.
Sono nato in uno storico palazzo nel cuore di Napoli – scrive Verna – in via Foria dove Luciano De Crescenzo girò diverse scene del suo famoso ‘Così parlò Bellavista’. In quell’edificio dove campeggia uno stemma in cui si legge ‘numquam retrorsum’, giammai indietreggeremo, non ci sono ascensori. Ma il Professore ne simulò scenograficamente l’esistenza per una scena sublime. La coesistenza obbligata nel buio e nel silenzio del napoletano e del milanese (interpretato dall’ attore meneghino Renato Scarpa) che si guardavano con sospetto e che all’improvviso incontrandosi scoprirono reciprocamente un filo  umano che li univa molto più resistente degli stereotipi divisivi, facendo scoccare la scintilla dell’amicizia.
Un sentimento che deve estendersi in questi giorni di una prova difficilissima. Napoli è Milano, Milano è Napoli, Italia, Europa (nonostante le spine), mondo, umanità. Quei tanti morti lombardi per lo spirito di Bellavista sono i nostri morti. De Crescenzo è stato Napoli, Feltri non è Milano, non lasciamoci trascinare fuori da quell’ascensore. Se non si sale si scende così come Papa Francesco sottolinea che chi non progredisce regredisce“.

È competente quello del luogo dove il giornalista è iscritto, ovvero nel caso specifico quello della Lombardia, che naturalmente deve essere attento sempre nelle sue pronunce alle libertà garantite dall’art. 21 della Costituzione, anche se sottolineo il principio di non discriminazione insito nell’art.3 noto per sancire l’uguaglianza, e ai giuristi indicherei la strada della valutazione della cosiddetta legge Mancino. È lo stato diritto che dal 2012 ha voluto la separazione dei poteri anche nell’ambito degli ordini professionali. Con chi giudica nessuno può interferire.

Sarebbe come chiedere conto a un Presidente del consiglio dell’azione, dell’omissione o della fondatezza della pronuncia di un magistrato. Non si può fare. Posso solo chiedere scusa a mio nome e a quello della stragrande maggioranza di colleghi che hanno lo stesso tesserino di Feltri, per il reiterato atteggiamento di vacua ostilità. Lo trovo indegno ma mi adeguo e amo Milano come Napoli, di cui sono sempre rimasto orgoglioso cittadino. Con Luciano e Renato accendiamo le due candeline nel silenzio dell’ascensore, come nel film, distanti dal rumore di Vittorio’.

La risposta del presidente Verna espone, ed in modo smagliante, la competenza culturale e signorile che gli è propria, come è propria di tutto il popolo napoletano. A me fa ridere Feltri che pur di indossare il cilindro tenta di riacquistare la notorietà, ormai smarrita, attraverso insulti e malevolenza. Insulti e malevolenza che sono maleodoranti, come è maleodorante il suo sgabello fatto di eiezioni.

‘Nel rispetto della differenza di opinioni una libreria non dovrebbe prendere posizione ma, questa volta, ci sentiamo di fare una doverosa eccezione. Il signore (Vittorio Feltri) con questo notevole curriculum non troverà più posto nei nostri scaffali e abbiamo provveduto a restituire le pochissime copie ordinate, rimaste per altro invendute, della sua ultima fatica editoriale’, cosi’ Fabio Saraceno, titolare della storica libreria Ave di Reggio Calabria, frequentata in passato dallo scrittore Corrado Alvaro, dopo le affermazioni del direttore di Libero, Feltri, che nel corso di una trasmissione televisiva su Rete4, come detto,  ha definito i meridionali come ‘inferiori’.

La protesta del libraio si aggiunge a quella di tanti altri. Il tam tam sulla rete ha veicolato il messaggio dappertutto e sono diversi gli edicolanti che hanno deciso di aderire allo ‘sciopero’, rifiutandosi di vendere il quotidiano.

Da sottolineare la retromarcia di Feltri che su twitter scrive: ‘Mi pare del tutto evidente che il Sud e la sua gente siano economicamente inferiori rispetto al Nord. Chi non lo riconosce è in malafede. L’antropologia non c’entra con il portafogli. Noto ancora una volta che le mie affermazioni vengono strumentalizzate in modo indegno’. Peccato che per parlare  abbia usato il media televisivo che azzera a piè pari le sue scuse.

Voglio chiudere questo articolo usando la parole del Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca: ‘Vi ho parlato del nuovo ospedale covid che realizziamo in 10 giorni. Anche questo sarà un simbolo della capacità amministrativa e della concretezza che abbiamo messo in campo in queste settimane. Abbiamo verificato un fatto di cui io sono convinto da sempre: quando abbiamo problemi seri da affrontare, le bandiere di partito non contano niente. Contano solo la capacità amministrativa, la capacità di organizzazione, la tenacia, quel tanto di passione civile di cui hanno dato prova migliaia di medici, di infermieri, di sanitari, di associazioni di volontariato, di persone impegnate nel trasporto pubblico e nei supermercati.   Contano il sistema di valori, il sentirsi umani. E’ tanto difficile questa cosa? E cioè capire che sono fondamentali i valori, al di là di tutte le distinzioni, quando hai davanti ai tuoi occhi la morte, la tragedia, le decine di camion dell’Esercito che trasportano centinaia di bare, quando hai queste esperienze che non possono non segnarti dentro? L’essere umani, il sentirsi umani, nel senso di appartenenza a una unica grande comunità e a una unica grande famiglia. Mi auguro che la fase due sia segnata da questi valori, da questa nuova consapevolezza delle cose importanti e delle cose non importanti nella vita degli esseri umani’. La dovrebbe leggere, e con attenzione, Vittorio Feltri…

Roberto Cristiano

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