Salta il Consiglio dei Ministri fissato per giovedì 30 aprile 2020, così il decreto aprile slitta a maggio, lasciando ancora aperte diverse questioni. I nodi da sciogliere sono diversi e il dibattito acceso che si sta consumando al Parlamento, che vede coinvolte tutte le parti politiche di maggioranza e opposizione, ha costretto il Governo ha rivedere i programmi della propria agenda.
Gli scontri che non hanno permesso l’approvazione del decreto aprile entro i termini si sono concentrati sopratutto intorno ai bonus che il Governo sta pensando di prorogare e riconoscere ai cittadini e le famiglie in difficoltà. Pare comunque verrà confermato, anche a maggio e a giugno, il bonus autonomi. Le partite Iva, quindi, riceveranno l’aiuto che loro spetta ma le condizioni saranno diverse.
Prima di tutto, il bonus autonomi 600 euro aumenterà a 800 euro e, al contrario di quanto successo fino ad ora, non verrà versato indistintamente a tutti i contribuenti. Si sta studiando un piano di intervento che infatti ridefinisca la platea dei beneficiari, probabilmente attraverso l’imposizione di precisi limiti reddituali. Riguardo alle modalità di erogazione del bonus, inoltre, gli 800 euro potrebbero essere assegnati automaticamente – dal sistema – nel mese di aprile, mentre un’ulteriore selezione dei beneficiari potrebbe essere decretata per maggio.
Un altro nodo da sciogliere, su cui i dubbi non sono pochi, è quello relativo al reddito di emergenza. I destinatari saranno i lavoratori precari, quelli esclusi dal bonus autonomi e tutte le persone che non possono usufruire della cassa integrazione. Da parte di alcuni partiti resta forte l’intenzione di procedere con l’approvazione dello stesso, mentre secondo altri bisognerebbe prima definire meglio la sua natura (nonché le modalità di riconoscimento).
Sarà un’estensione del reddito di cittadinanza? Verrà erogato come un qualsiasi bonus? E quali saranno i requisiti per averne diritto? Secondo alcuni i soggetti beneficiari dovrebbero in qualche modo “sdebitarsi” una volta ricevuto questo sussidio, per esempio impegnandosi laddove c’è più bisogno in questo momento, ovvero: nei campi.
In cambio dell’aiuto economico che il Governo assicurerebbe, quindi, loro dovrebbero garantire la propria forza lavoro. Ad appoggiare questo sistema è in primis il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, attirando le critiche di chi – in queste ore – si sta chiedendo: ma si tratta di un sussidio o di “lavori forzati”?
In questo scenario piuttosto ingarbugliato, inoltre, si è inserita la discussione sul bonus famiglia: quando e a chi dovrà essere erogato? Bisognerà fare delle distinzioni tenendo conto del quoziente familiare o sarà il reddito (o la diminuzione di esso) a dettar legge? Domande, queste, a cui al Governo sperano di trovare risposta entro il 6 maggio, termine ultimo entro il quale il decreto dovrebbe essere approvato.
Uno degli obiettivi del nuovo decreto, così come presentato in Aula, sarà anche quello di estendere gli ammortizzatori sociali. Gli aiuti introdotti con il decreto Cura Italia, quindi, dovrebbero essere riconfermati.
A questo intervento pare saranno destinati ben 13 miliardi di euro, per un totale di 9 settimane di copertura. Prorogato anche il divieto di procedere con i licenziamenti durante l’emergenza Coronavirus.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, in fine, la Ministra Catalfo auspica ad una Riforma attraverso sostegni alle imprese e ai lavoratori che fungano sì da sostegno al reddito ma anche da incentivi a formazione e nuove assunzioni. Per questo motivo, in vista dell’approvazione del nuovo decreto a maggio, la stessa si ha proposto l’istituzione di un fondo per le politiche attive del lavoro.
Si tratta di proposte che, al momento, restano al vaglio del Governo. È bene precisare, infatti, che per avere l’ufficialità sarà necessario aspettare l’approvazione stessa del decreto.