Andrà in onda questa sera su Canale 5 “Il delitto di via Poma”, il film ispirato all’omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990 in un condominio del quartiere Prati di Roma. Oggi, dopo 21 anni da quel tragico evento, si riaprono le aule del Tribunale per il processo d’Appello che vede quale unico imputato Raniero Busco, allora fidanzato della vittima. E oggi realtà e fiction si incrociano in una fitta rete di vicende, dubbi, testimonianze, verità e bugie che per tanti anni hanno riempito le aule dei tribunali, i giornali e i programmi televisivi.
Il film per la tv è stato diretto da Roberto Faenza, con Silvio Orlando e Giulia Bevilacqua. “Sono sempre stato turbato dal delitto di via Poma – commenta Faenza -. Qualcosa non quadra in questa storia: ci sono state 31 persone indagate e tutte, a modo loro, hanno mentito non perché direttamente coinvolte nell’assassinio, ma per non far emergere storie più personali”. “La cosa che più mi ha impressionato – prosegue il regista – è stata la diffida da parte degli avvocati di Raniero Busco, che si sono opposti alla messa in onda del film. Anche un magistrato ci ha impedito di girare le scene nel condominio di via Poma solo perché il figlio, che risiede lì, è stato a suo tempo coinvolto nelle indagini. Sembra quasi che, da parte di qualcuno, non ci sia la voglia di arrivare a un chiarimento della vicenda”.