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Il dubbio amletico del Premier: lasciare o non lasciare, ma a chi?

di Andrea Viscardi

Il dubbio che dopo il vertice di Cannes, assilla il Premier è lasciare, ma a chi?A quale Premier?A quale governo?Berlusconi cerca di frenare chi lo spinge a fare un passo indietro e fa, con la complicità della Lega, tramontare prima di nascere l’ipotesi di un esecutivo a guida Letta. I suoi colonnelli gli dicono che Bonciani e d’Ippolito sono passati all’UDC e quindi non c’è maggioranza in commissione bilancio per cui occorre un accordo con l’opposizione altrimenti la legge di stabilità non va in aula. Si apre uno scenario complicatissimo: Berlusconi asserragliato a palazzo Grazioli passa ore ed ore a telefono con i cosiddetti malpancisti cercando di convincerli di aver una risposta alle richieste che vengono dai vertici UE e dal FMI. Le parole questa volta non bastano. “Un pezzo della PDL spinge per un allargamento della maggioranza all’UDC, ma la Lega non ci sta tranne la componente capeggiata da Maroni che dialoga in silenzio con Alfano e Casini per trovare una soluzione alternativa con un governo a guida Letta. Gli ex AN concordano e Formigoni esplicitamente chiede al Cavaliere un passo indietro. La verità è che nonostante le assicurazioni del Premier per la prima volta si prende sul serio l’ipotesi di un suo passo indietro. Di sicuro potrà tirare avanti fino alla metà del mese poi ci sarà la resa dei conti all’atto dell’esame ed eventuale approvazione del maxiemendamento, allorché, stante l’attuale situazione si troverà in minoranza alla Camera e dovrà passare la mano, ma a chi?Un eventuale allargamento della maggioranza all’UDC scontenterebbe parte della Lega soprattutto Bossi e Calderoli che già grida al colpo di Stato, mentre non sarebbe sgradita a Maroni ed ai suoi seguaci. Ma una coalizione siffatta se la sentirà di varare un maxiemendamento che dovrà contenere provvedimenti che andranno a toccare le tasche degli italiani più ricchi?E non dei soliti poveri e pluritartassati dipendenti, artigiani e piccoli imprenditori?Non credo. Sarebbe più serio varare un governo tecnico con una maggioranza parlamentare allargata con la guida di un tecnico di razza (vedi Monti) che proceda rapidamente al varo di tutte le misure atte a traghettarci fuori dalla crisi e ridare così fiato all’economia ed alla crescita del paese. Anche perché, ai politici, in gran parte, interessa solo la propria candidatura facendo passare in secondo piano le sorti del Paese. In questo contesto di ipocrisia e superficialità non può non mettersi mano alla nuova legge elettorale che ridia agli elettori il potere di scegliere il proprio rappresentante e buttare fuori così tutti i transfughi dell’una e altra parte politica.

 

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