di Andrea Viscardi
Impazza il totoscommesse circa la possibilità dell’uscita di scena del Premier. Già Angelino Alfano sarebbe pronto a prendere il suo posto, ma Silvio lo farà? Non possedendo le capacità divinatorie di molti illustri colleghi e di grandi analisti politici, cercheremo di riassumere in breve le cause che potrebbero costringere il Premier a dimettersi, che sostanzialmente sono tre: il venir meno della sua maggioranza, l’inasprirsi delle sue vicende giudiziarie che ne lederebbero ulteriormente l’immagine politica, l’aggravarsi in modo tragico della crisi economica. La prima appare assai labile in quanto la sua maggioranza per quanto composita possa apparire, è abbastanza solida, anche perché Berlusconi la governa con pugno di ferro e guanto di velluto, aiutato in questo dal sistema elettorale vigente, con la minaccia di non candidarli. Come se non bastasse, deputati e senatori con la manovra finanziaria in corso di approvazione, hanno mantenuto pressoché inalterati i loro privilegi. La seconda causa, quella di una recrudescenza delle azioni giudiziarie nei suoi confronti, è ormai un copione obsoleto. Si concluderanno alcune con la prescrizione, altre beneficeranno di norme ad hoc. Resterebbe la lesione della sua immagine a livello internazionale, ma di quest’ultimo aspetto si sa non se ne cura più di tanto. La terza causa, che a nostro avviso sembra essere la più plausibile è l’acuirsi in modo tragico della crisi internazionale che potrebbe travolgere definitivamente il nostro Paese. A questo punto perché passare il testimone ad un suo fedelissimo per addossarsi la responsabilità con la sua maggioranza del varo di ulteriori manovre ancor più gravose per i cittadini rendendosi invisi agli stessi?Sarebbe più serio, se ne avessero il coraggio, procedere ad una rapida riforma elettorale prima di Natale ed andare in primavera alle urna, lasciando la parola ai cittadini che potrebbero giudicare quanto fatto e dare vita ad un parlamento serio che provveda al futuro del nostro Paese che ad oggi appare tutto a tinte fosche. Buon lavoro sig. Presidente!