Il finto appoggio di Richetti a Martina: in fuga verso Zingaretti
Redazione
22 Febbraio 2019
Politica
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Pd, tensione Richetti-Martina su liste ma numero 2 non strappa. Dal ‘Martin+Richetti=Noi’, slogan scelto per la campagna congressuale, al rischio di una scissione a 10 giorni dai gazebo.
La composizione delle liste per l’assemblea nazionale Pd ha lasciato il segno all’interno della mozione ‘Insieme’. Matteo Richetti si lascia andare ad un duro sfogo con i suoi. “Per me la mozione è finita – dice in un messaggio audio su Whatsapp nella chat dei fedelissimi, parecchio scontenti – Ci sono territori in cui siamo stati letteralmente ignorati, umiliati, cancellati”.
Il candidato vicesegretario accusa Martina di aver lasciato campo aperto a Luca Lotti e ai renziani. Terreno dello scontro sono Sicilia, Campania, Calabria e Toscana. “Martina può andare a c…domattina, ha voluto preferire i Lotti, i De Luca e compagnia, non vedrà una parola di sostegno da parte mia” , è l’affondo. Quando lo strappa diviene pubblico, tuttavia, i due protagonisti danno la cosa per ‘superata’. Nonostante la “profonda amarezza” Richetti non rompe: “Non ci interessano i posti. Io sono una persona seria che mantiene i suoi impegni. So che Maurizio ha a cuore cambiamento e rinnovamento. Per questo mi sono arrabbiato doveva esserci un atteggiamento più radicale più rigoroso. Detto questo – aggiunge – ieri eravamo a Roma insieme, domani saremo a Modena. Sarò fino alla fine al fianco di Maurizio”.
Martina, dal canto suo, bolla la cosa come “fisiologica” in tempi di composizione liste. “Per me quando si fa questo lavoro è ovvio che ci sono anche momenti di tensione, per fortuna superati”, assicura. Nicola Zingaretti assiste – sorridente – sugli spalti: “La ‘lite’ fra Martina e Richetti? E’ il classico esempio di una cosa che non deve accadere. Quando la politica diventa gossip o furbizia si dà un’idea non bella e non posso che esserne infastidito. Noi dobbiamo essere un’altra cosa ed è per questo che mi sono candidato”, è l’affondo. Giachetti, dal canto suo, incassa il prezioso sì di Maria Elena Boschi, rendendo plastico il fatto che i renziani corrono sui due cavalli e sono pronti a lanciare l’assalto a Zingaretti in assemblea se il governatore del Lazio nin dovesse superare il 50% dei consensi ai gazebo.E se gli staff danno per “più vicino” il confronto tv tra i tre, non è solo attorno alle primarie che si consumano gli scontri. Sui social va in scena un serrato botta e risposta tra Carlo Calenda e Roberto Giachetti, che definisce “non risolutivo” il progetto di una lista unica per le Europee e il primo firmatario di ‘Siamo europei’ che pretende chiarezza. L’ex ministro dello Sviluppo economico in casa anche il no di Federico Pizzarotti: troppo “pdcentrico” il suo manifesto, avanti, invece, con +Europa e i verdi.