IL FLAUTO MAGICO, LA VISIONE “SCOLASTICA” DI MICHIELETTO PER IL CAPOLAVORO DI MOZART

Il Teatro dell’Opera di Roma vede in scena fino a domenica 21 gennaio Il Flauto Magico (Die Zauberflöte) di Wolfgang Amadeus Mozart, con la regia di Damiano Michieletto, in un allestimento realizzato per il Teatro La Fenice di Venezia in coproduzione con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ripreso qui a Roma da Andrea Bernard, per l’occasione debutta sul podio del Costanzi il giovane Maestro Michele Spotti.

La prima rappresentazione di questa splendida e celebre opera mozartiana risale al 1791, è apparentemente una favola che presenta però valori illuministi da conquistare gradualmente, attraverso un percorso che dall’oscurità conduce alla conoscenza, nel Flauto Magico il passaggio che si compie è dal buio alla luce, dal lato oscuro dell’ignoranza a quello splendente del sapere.

In questa produzione il rischio di incorrere nella routine della rappresentazione favolistica di sicuro non si corre, Michieletto sopprime quasi totalmente gli elementi fiabeschi e traspone la narrazione in un ambiente scolastico con al centro della scena una grande lavagna sulla quale prenderanno vita gli elementi residuali della favola: dal minaccioso serpente sconfitto dalle tre Dame agli uccellini richiamati da Papageno. Una enorme tela nera su cui compaiono frasi anfibologiche in latino, ma capace anche di aprirsi tridimensionalmente per svelare l’ambiente domestico in cui si trova la Regina della Notte.

Ricordiamo che trattandosi di un Singspiel sono presenti numerose parti recitate assolutamente da non sottovalutare tecnicamente, la sera di martedì 16 gennaio il cast si mostra nel complesso ben strutturato e performante. Juan Francisco Gatell veste i panni di Pamino e lo fa con ottimo risultato, il suo timbro chiaro e schietto ben si presta al carattere del personaggio.

Commovente ed intensa è la Pamina di Emőke Baráth, vocalmente la migliore della serata, con un suono morbido e rotondo, particolarmente emozionante nella sua aria principale “Ach, Ich fuehl’s”. Markus Werba mostra doti attoriali di eccellente livello, diverte e coinvolge il suo Papageno. Astrifiammante, la Regina della Notte, ha la voce di Aleksandra Olczyk, grande facilità di acuti come richiesto dal ruolo, forse poca la presenza drammatica dovuta anche alle ricche richieste registiche durante l’esecuzione delle sue due arie principali.

Nel ruolo di Sarastro torna al Costanzi, dopo i successi dell’inaugurazione di stagione con il Mefistofele di Boito, John Relyea che riesce a conservare la ieraticità del ruolo nonostante la destrutturazione dell’allestimento. Marcello Nardis è un collaudatissimo Monostato, riscritto come un bullo “Rossomalpelo” allunga con così la lista delle sue interpretazioni bizzarre di questo ruolo, ricordiamo infatti sempre al Costanzi la versione vampiresca da cinema muto dell’allestimento del 2018 di Barrie Kosky e Suzanne Andrade.

Ottime le Tre Dame rivisitate in chiave monacale, rispettivamente Ania Jeruc, Valentina Gargano, Adriana Di Paola, molto bella la riuscita sonora delle loro tre voci negli insiemi. Buona prova per Arturo Espinosa e Nicola Straniero nel doppio ruolo dei sacerdoti e degli armigeri. Fresca e brillante la Papagena di Mariam Suleiman. Menzione d’onore per i tre Geni esploratori per l’occasione.

La direzione di Michele Spotti è molto pulita, conduce la splendida orchestra del Teatro dell’Opera di Roma con rigore e cura. Come sempre eccellente il coro del Costanzi diretto da Ciro Visco.

L’intuizione registica di sviluppare il percorso iniziatico all’interno di un’aula scolastica è legata all’affermazione della concezione laica della scuola contrapposta all’insegnamento religioso, nata a seguito della Rivoluzione francese scoppiata appena due anni prima della composizione dell’opera. Michieletto non tralascia la favola, il gioco, le allegorie, i simbolismi, ma sicuramente trasforma e destruttura, tenendo fede quindi alla sua cifra stilistica. In questo caso forse la comprensione della sua visione non è così diretta ed immediata, ma rappresenta pur sempre una possibile evoluzione interpretativa di un grande e classico capolavoro mozartiano, così giovane ed attuale da potersi permettere di frequentare ancora la “scuola”.

 

DIE ZAUBERFLÖTE

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart – Singspiel in due atti su libretto di Emanuel Schikaneder

Prima rappresentazione assoluta Theater auf der Wieden, Vienna, 30 settembre 1791. Prima rappresentazione al Teatro Costanzi 16 marzo 1937

DIRETTORE Michele Spotti | REGIA Damiano Michieletto | MAESTRO DEL CORO Ciro Visco | SCENE Paolo Fantin | COSTUMI Carla Teti | LUCI Alessandro Carletti | VIDEO Rocafilm

Personaggi Interpreti TAMINO Juan Francisco Gatell / Cameron Becker 14, 17, 19 | L’ORATORE Zachary Altman | PAPAGENO Markus Werba / Äneas Humm 14, 17, 19 | PAMINA Emőke Baráth / Maria Laura Iacobellis 14, 17, 19 | REGINA DELLA NOTTE Aleksandra Olczyk / Aigul Khismatullina 14, 17, 19, 21 | SARASTRO John Relyea / Simon Lim 14, 17, 19

PAPAGENA Mariam Suleiman* | MONOSTATOS Marcello Nardis | PRIMO SACERDOTE / SECONDO ARMIGERO Arturo Espinosa** | SECONDO SACERDOTE / PRIMO ARMIGERO Nicola Straniero* | PRIMA DAMA Ania Jeruc | SECONDA DAMA Valentina Gargano* | TERZA DAMA Adriana Di Paola

*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

**diplomato “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA Con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma

Teatro dell’Opera di Roma, Piazza Beniamino Gigli, 1 – 00184 Roma Tel. 064817003 ufficio.biglietteria@operaroma.it ; www.operaroma.it.

Loredana Margheriti

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