Il forzista Giuseppe Moles nuovo sottosegretario all’editoria del governo Draghi

Alla fine si è chiusa ieri sera la partita per i viceministri e i sottosegretari del nuovo governo Draghi. Una partita molto combattuta, per via dei tanti interessi in gioco e che, alla fine, il premier ha risolto con 39 sottosegretari e 6 viceministri.

Per quanto riguarda la delega all’editoria l’ha spuntata sul filo di lana il senatore di Forza Italia Giuseppe Moles, battendo in volata l’ex direttore di Panorama, Giorgio Mulé, che era stato proposto dal partito di Berlusconi ma su cui si è registrata la ferma opposizione del Movimento 5S e a cui alla fine è andata la delega alla Difesa.

Moles, potentino classe 1967, prende il posto del piddino Andrea Martella, che sembrava destinato alla riconferma e che invece è rimasto probabilmente vittima di uno scontro tra correnti interno al Partito Democratico.

Giuseppe Moles  è un fedelissimo di Berlusconi. È tra i forzisti della prima ora, avendo partecipato alla nascita del partito nel 1994. Nel 2001  è stato Capo segreteria particolare e Portavoce dell’allora ministro della Difesa Antonio Martino.  Durante la prima esperienza di governo berlusconiana era già stato assistente personale sempre del Ministro Martino.

Nella legislatura in corso viene eletto senatore nelle liste di Forza Italia ed è Componente della VII commissione permanente “Cultura, Istruzione, Ricerca scientifica, Sport e Spettacolo” del Senato ed è componente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei Rifiuti e su illeciti ambientali “EcoMafie”.

Giuseppe Moles è un docente universitario ed esperto di relazioni internazionali,  Il neo sottosegretario all’editoria, infatti, si laurea nel 1991 in Scienze Politiche alla Luiss di Roma, discutendo una tesi in Relazioni internazionali dal titolo “La Destra italiana e francese in Europa (dal 1945 al 1991)”. Attualmente insegna “Teoria politica internazionale”, “Sociologia delle relazioni internazionali” e “Scienza della politica” presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’ dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, Luspio. Sebbene la sua biografia su Wikipedia lo definisce esperto di “comunicazione e mass media” nel suo curriculum non ci sono molte attività legate all’editoria, ad eccezione della cattedra di “Sociologia dei processi culturali e comunicativi” che ha avuto sempre alla Facoltà di Scienze Politiche della Luspio, e il posto di membro straordinario del “Consiglio superiore delle comunicazioni”, organo interno del fu Ministero delle comunicazioni durante il quadriennio 2005–2009.

I primi “auguri di buon lavoro” arrivano dal sindacato dei giornalisti, la Fnsi, che subito dopo i convenevoli approfitta per di “avviare al più presto il confronto con le parti sociali sui numerosi dossier già aperti e che riguardano la tenuta e il rilancio di un settore vitale per la democrazia”. Nella nota, il segretario generale Raffaele Lorusso, chiede di difendere “l’informazione di qualità” attraverso “interventi urgenti sul mercato del lavoro, dove è necessario contrastare con forza il precariato dilagante e assicurare una retribuzione dignitosa a migliaia di giornalisti privi di diritti e di tutele, la messa in sicurezza dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani e, più in generale, il varo di una nuova legge sull’editoria, necessaria per accelerare la transizione al digitale e affrontare le sfide che essa comporta”.

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