Dopo gli scontri verbali dei giorni scorsi, è stato Matteo Salvini, nella notte del suo trionfo personale, con un sms a interrompere l’incomunicabilità nei confronti di Luigi Di Maio con la promessa che il governo va avanti perché nulla è cambiato. Ma noi riteniamo che Salvini in cuor suo sa che così non è. Del resto anche Di Maio sa che tutto è cambiato. A distanza di un anno i voti del Movimento grillino si sono dimezzati e quelli della Lega raddoppiati. Il leader pentastellato l’aveva capito e negli due mesi aveva cercato di reagire bloccando ogni progetto dell’alleato di governo. Il risultato è stato miserevole ancorché disastroso: scontri quotidiani, ministri intenti solo a far passerelle televisive, un governo paralizzato nelle sue attività.Del resto i Cinque Stelle non hanno tante alternative: continuare con quotidiane schermaglie e insulti con gli alleati di governo, o rassegnarsi ad un ruolo di subalternità, a meno che all’interno del Movimento non prevalga l’anima anti Lega, che inevitabilmente porterebbe alla fine del governo. Ma in queste condizioni non si può affrontare la prova della manovra economica, anche perché la Commissione Europea ci chiederà conto di tutto fino all’ultimo centesimo, senza dimenticare che i sovranisti che hanno vinto in Italia, nel Parlamento Europeo saranno netta minoranza. Quindi il risultato potrebbe essere l’emarginazione e l’isolamento per il nostro Paese. Affrontare il futuro prossimo con un governo in preda alla follia è da irresponsabili. Il leader leghista, alla luce della sua schiacciante vittoria, è sicuramente tra i due alleati il più lucido e nel contempo il più consapevole delle sfide che attendono il nostro Paese. Il risultato del 26 maggio segna per Salvini, l’alba di un nuovo giorno, nonchè il passaggio dal ruolo di abile conquistatore di consensi a Premier in pectore. Nella sua conferenza stampa subito dopo la chiusura delle urne, ha dettato subito le sue priorità: decreto sicurezza, flat tax, autonomia, separazione delle carriere dei magistrati Tutti temi non graditi ai Cinque Stelle e su cui il Governo di Giuseppe Conte rischia di sfaldarsi. Matteo Salvini è conscio di questa fragilità, ma è anche confortato dal risultato riportato dalla Meloni, che gli permetterà di fare a meno di Berlusconi, in caso di elezioni anticipate. La tentazione di una sfida elettorale, accompagnato solo dalla Meloni, contro Pd e Cinque Stelle, non è più tale, ma è diventata concreta. Ad ogni buon conto, le prossime ore ci diranno se il risultato del 26 maggio ha sancito la fine del governo, oppure i suoi componenti troveranno un’intesa per affrontare le difficili sfide che attendono il Paese nei prossimi mesi. Del resto gli italiani hanno chiesto ai vincitori chiarezza, concretezza e efficacia nell’interesse di tutti. Sono stanchi di assistere a continue zuffe, così come sono stanchi dei giustizialisti e manettari di turno e dei loro corifei. Si vorrebbe tornare a sorridere. Non credo che abbiano chiesto la luna.
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