Il Giornale, tra stampa, report e denunce…

Domenico Di Sanzo sul Giornale, diretto da Sallusti, ha pubblicato  il pezzo “I giornalisti anti-Meloni dietro il report europeo” in cui indicava i nomi di “sei cronisti di Repubblica, Stampa, Fatto e Domani” che “hanno dipinto l’Italia come un Paese autoritario” partecipando alla stesura del report europeo sulla libertà di stampa del Media Freedom Rapid Reponse. Questione sulla quale si è espressa anche la premier Meloni che dalla Cina ha detto che nel rapporto “la Commissione Europea riporta accenti critici di alcuni portatori di interesse, diciamo stakeholder: il Domani, il Fatto Quotidiano, Repubblica”.

Su Il Giornale, è comparso un articolo che, prendendo spunto dall’ultimo report sulla libertà di stampa del Media Freedom Rapid Response,  attacca  il  collega Ilario Lombardo infilandolo in una lista di proscrizione denunciata come tale fin dal titolo: “I giornalisti anti-Meloni dietro il report europeo”.  L’idea sottintesa, ricavata attraverso allusioni e non detti, è che il quadro emerso dal rapporto dipenderebbe da alcuni giornalisti, sei quelli citati, con particolare evidenza per  Ilario, “reo” secondo Il Giornale di aver avuto “alcuni battibecchi” con la premier durante conferenze e punti stampa.

Il Giornale è il quotidiano della famiglia Angelucci, direttamente tirata in ballo dal report che individua tre criticità rispetto alla libertà di stampa in Italia: il caso Rai, il caso querele temerarie e il caso Agi, l’agenzia oggetto di trattativa da parte proprio di Angelucci, editore e parlamentare della maggioranza. Ilario è il giornalista che  ha seguito tutta la vicenda.

Il giornalista de Il Giornale cita sei colleghi a fronte di una lista di stakeholders, in chiaro nel report, di 36 persone tra attori istituzionali, esponenti della società civile e giornalisti. Tra gli stakeholders erano invitati anche giornalisti di testate vicine al centrodestra ed esponenti della maggioranza, che però si sono rifiutati di partecipare al report.

Il giornalista de Il Giornale non cita mai quale sarebbe stato il contributo di Ilario al report. Non lo conosce. Allude solo alla sua appartenenza alla testata e scambia per battibecchi quelle che sono semplici domande, un giornalista dovrebbe conoscere la differenza, a cui la premier ha risposto sollevando polemiche.

L’articolo è uscito nella notte in cui la premier Giorgia Meloni, dalla Cina, ha attaccato un altro report, quello della Commissione europea, molto critico nei confronti della libertà di stampa in Italia. E lo ha fatto utilizzando le stesse argomentazioni che s’intravvedono nel trafiletto de Il Giornale: anche il report della Commissione sarebbe influenzato da giornalisti ostili al governo.

Se Il Giornale voleva corroborare i risultati del report del Media Freedom Rapid Response e dimostrare che la libertà di stampa in Italia zoppica, possiamo dire che ci è riuscito in pieno. E’ ovvio, e dovuto,  esprimere  la nostra vicinanza e solidarietà a Ilario e agli altri giornalisti citati.

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