I cori che si sono sentiti inneggiare alle foibe sono scandalosi, calpestano morti innocenti e tradiscono gli ideali della Resistenza, afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che oggi ha parecipato alle celebrazioni del Giorno del Ricordo alla Foiba di Basovizza.

  In un’intervista esclusiva con il direttore di ‘Libero’, Giorgia Meloni denuncia il clima da regime e l’intolleranza verso il centrodestra che sta avvelenando la campagna elettorale: ‘La sinistra usa il fascismo come coperta di Linus’, dice riferendosi allo ‘scandalo’ di Pontedera, il cui sindaco ha negato a Fratelli d’Italia il suolo pubblico per una manifestazione: ‘Questo è il frutto della presunta marea nera, della Legge Fiano. Siamo in piena emergenza democratica, usano il fantoccio del Fascismo per impedire agli avversari la campagna elettorale. Sapevamo benissimo che sarebbe finita così: c’è un rischio regime e sono basita dal silenzio del presidente Mattarella, della Boldrini e di Grasso. E dico a Minniti: noi manifesteremo a Pontedera, ci mandi pure le forze dell’ordine’.

Ma il peggio è quanto accaduto nel  ‘Giorno del ricordo’,  che ricorda  la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.  La ‘Patria’ ha  ricordato i suoi figli perseguitati dalla ferocia del maresciallo Tito, massacrati nelle foibe, vittime della pulizia etnica anti-italiana e costretti a scappare dalla loro terra. Oggi i patrioti combattono i vigliacchi nemici dell’Italia,    scrive su Facebook la leader di Fratelli d’Italia,  vigliacchi che vorrebbero negare e nascondere questa tragedia.

 ‘Maresciallo siamo con te. Meno male che Tito c’è’, è lo striscione firmato con falce e martello che è stato affisso a Modena nel ‘Giorno del Ricordo’. A trovarlo davanti la propria sede sono stati gli iscritti dell’associazione identitaria Terra dei Padri, che  hanno organizzato nel loro circolo una mostra fotografica e un concerto sulla tragedia degli italiani del confine orientale. Una iniziativa di omaggio ai morti delle foibe e agli italiani costretti all’esodo che evidentemente deve aver dato fastidio.
E’ angosciante che chi usa questi mezzi indegni di comunicazione non sia in grado  di capire le sofferenze di chi fu gettato a morire nei crepacci carsici dai comunisti, né il calvario dei 350mila dell’esodo da Istria e Dalmazia che si sono dovuti reinventare una vita, lavorando giorno e notte per cercare di ricostruire ciò che Tito gli aveva strappato.
L’associazione ‘Terra dei Padri’ ha stigmatizzano lo striscione come un attacco violento, al limite dell’apologia di reato, che però non riesce a sporcare la giornata e ci rafforza nel cementare la memoria dei martiri.
Naomi Sally Santangelo