Il Governo Draghi tra Pnrr, Alitalia e transizione

In virtù delle logica del silenzio imposta da Mario Draghi, a se stesso ed ai suoi ministri, è sconosciuto il raggio d’azione del nuovo esecutivo. Dalle dichiarazioni rese in aula sul Piano nazionale di ripresa e resilienza dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, dal titolare delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e da altri , è possibile desumere le posizioni del governo Draghi su diversi articoli di peso che troveranno posto nel Pnrr.

Il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, è tornato a insistere sulla necessità di tagliare i tempi di realizzazione delle infrastrutture: ‘O noi comprimiamo in modo straordinario i tempi che storicamente l’Italia usa per fare le opere oppure noi non vedremo i fondi europei perché non riusciremo a completare le opere nel 2026’.

Abbiamo bisogno di approcci rispettosi delle finalità complessive della nostra azione ma che ci consentano di fatto di rispettare i tempi – ha aggiunto il ministro – Ho chiesto alla Struttura tecnica di missione un’analisi delle singole schede del Pnrr immaginare già quali saranno le stazioni appaltanti e iniziare a dialogare con loro. Dobbiamo cogliere questa occasione per una trasformazione radicale del modello economico e sociale, ha spiegato ai parlamentari. Ha avuto avvio una commissione, con la partecipazione del Consiglio di Stato, della Corte dei conti, dell’Anac e del ministero della Pubblica amministrazione per arrivare in tempi molto rapidi a una serie di proposte che verranno discusse con le regioni, le province, i comuni, che poi verranno presentate all’esame degli stakeholder come introdurre e migliorare le norme per la realizzazione del Pnrr.

Roberto Cingolani, titolare del neonato dicastero della Transizione Ecologica: ‘Il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite) approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, il Piano per la transizione ecologica, con il quale individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all’attuazione delle singole misure in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mobilità sostenibile, contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell’aria ed economia circolare’.

In complesso il Pnrr prevede per l’accesso all’istruzione e la riduzione dei divari territoriali 9,45 miliardi, di cui 1,5 miliardi per il contrasto all’abbandono scolastico, 1 miliardo per le sezioni primavera e il potenziamento della scuola d’infanzia 3-6 anni, 1 miliardo per il tempo pieno. Un’altra misura prevede invece 1,5 miliardi per la promozione degli Its. ‘L’intervento sulla scuola è accelerativo e moltiplicativo. Senza una accelerazione dalle competenze è impossibile l’uscita dalla lunga stagnazione e dalla trappola della bassa crescita’.  ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi illustrando i capitoli di sua competenza del Piano nazionale di Ripresa e resilienza.

Il nostro è il Paese con il più alto tasso di dispersione in Europa – ha ricordato -, ma soprattutto quello con il più alto divario interno. In alcune aree interne del Sud, in particolare in Calabria, siamo al 33%. Sulle riforme in studio: ‘Bisogna ragionare su tutta la filiera tecnico professionale, non solo sugli Its. La formazione professionale dipende dalle Regioni ed è molto differenziata nel Paese. Nostro obiettivo è 10 volte rispetto a quanto è previsto oggi, i privati devono intervenire e le Regioni pure. Serve anche una formazione Stem che parta dall’infanzia. C’è una grande questione meridionale che va posta, altrimenti sanciamo le ineguaglianze’.

Per chiudere l’annosa questione Alitalia pure l’esecutivo di Mario Draghi guarda alle Ferrovie dello Stato: ‘E’ una pista su cui bisognerà lavorare, anche perché in altre parti del mondo questo sta avvenendo. Non c’è dubbio che è un tema su cui Ita e Ferrovie ragioneranno in futuro’, ha detto il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini rispondendo in audizione alla Camera.

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