Disco verde all’istituzione di una unica Zona economica speciale. E’ quanto previsto in una bozza del “Decreto Sud” che il governo si appresta ad approvare in tempi brevi, forse già nel mese di settembre. Per Zona economica speciale si intende una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Come si legge nella bozza, “dal 1° gennaio 2024 è istituita la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, di seguito denominata «Zes» o «Zes Unica», che ricomprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna”. Un risultato straordinario per tutto il centrosud.
A decorrere dal primo gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2026, alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, è attribuito un credito d’imposta nella misura massima consentita dalla medesima Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
Semplificare, accelerare, rendere strutturale la “Decontribuzione Sud”. Il governo ha portato in Europa le proposte per favorire la crescita e la competitività del Mezzogiorno e ha ottenuto un primo significativo via libera all’istituzione di una Zona economica speciale (Zes) unica per tutta l’area e l’apertura di un dialogo sulla fiscalità che fa ben sperare. In particolare, i due temi sono stati al centro di un colloquio a Bruxelles tra il ministro agli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, e la Vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager. L’esito dell’incontro è stato accolto con soddisfazione dal premier Giorgia Meloni.
Meloni: “La Zes unica costituisce un cambio di passo per l’economia del Sud. Molto bene la luce verde della Commissione europea alla creazione di una Zes unica per le Regioni del Sud. ha commentato Meloni. Lo sviluppo dell’economia del Mezzogiorno è una priorità del nostro governo. Siamo però convinti che questo obiettivo debba essere raggiunto abbandonando la logica assistenziale che non funziona, ma dando opportunità di lavoro e crescita e rendendo queste aree del Paese competitive e attrattive per investimenti ed imprese. La Zes unica va esattamente in questa direzione e costituisce un cambio di passo per l’economia del Sud. Bene anche l’apertura di un dialogo con la Commissione Ue per modificare e rendere permanente la misura della Decontribuzione sud, un intervento che il governo aveva già prorogato fino alla fine del 2023 e che si è dimostrato molto efficace”.
La proposta del governo italiano sulla Zes unica, accolta “positivamente” da Vestager, prevede il superamento delle attuali 8 zone economiche speciali già previste e istituite per rafforzare il sistema e sostenere la crescita e la competitività dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Le regioni interessate sono l’Abruzzo, la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. La proposta mira a estendere a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazione e accelerazione delle procedure approvative e autorizzative e di sostegno alle imprese per le Zes. Soddisfazione per il parere positivo della Commissione è stata espressa anche dai governatori e da categorie del territorio come Confindustria Puglia.
“Sono molto soddisfatto dell’incontro. Queste misure rappresentano importanti strumenti per accrescere l’attrattività e la competitività del Mezzogiorno d’Italia, riducendo i divari con il resto del Paese e dell’Ue”, ha commentato Fitto, spiegando che “la Zes unica rappresenta un’importante opportunità di sviluppo e di attrazione degli investimenti, che insieme all’utilizzo efficace delle risorse europee e nazionali, può rendere il Mezzogiorno d’Italia un riferimento importante non solo del nostro Paese ma di tutto il continente europeo. Si tratta di un vero e proprio volano decisivo per l’economia del Sud, dell’Italia e del Mediterraneo, capace di segnare una svolta per il rilancio anche in termini di rinnovata centralità dell’intera area”, ha proseguito il ministro, giudicando “positiva anche l’apertura del Commissario sulla misura Decontribuzione Sud, che si cercherà di rendere strutturale, dando così certezza normativa e temporale ad imprese e lavoratori”.
Gli strumenti di incentivazione legati alla Zes unica, spiega una nota del ministero per gli Affari europei, “saranno improntati a principi di certezza e stabilità del quadro normativo e di semplificazione procedurale, coprendo un orizzonte temporale più esteso rispetto agli attuali strumenti, in coerenza con i diversi strumenti di programmazione pluriennale europei e nazionali: Pnrr e relativo capitolo RePowerEU, la politica di Coesione e il Fondo di Sviluppo e Coesione”. Sul piano operativo, si estende a tutto il Mezzogiorno l’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Trasparenza ed efficienza dell’intero processo saranno assicurate attraverso uno “Sportello Unico Digitale”.
Quanto a “Decontribuzione Sud”, in scadenza al 31 dicembre 2023, l’incontro a Bruxelles rappresenta l’avvio di un positivo confronto. “Come già fatto a fine 2022 quando, su impegno del governo, siamo passati dalla proroga semestrale a quella annuale, il governo – si legge ancora nel comunicato del ministero – intende promuovere un quadro normativo stabile pluriennale di riferimento per le imprese e per i lavoratori, al fine di sostenere l’occupazione nel Mezzogiorno, in particolare per le donne e i giovani. Su questo la Vicepresidente Vestager ha espresso la piena disponibilità della Commissione ad aprire un dialogo con il governo italiano per la trasformazione di questo strumento in una misura strutturale e permanente, rendendola al tempo stesso più orientata agli investimenti e andando così incontro alle necessità e alle sfide per la crescita economica del Mezzogiorno”.
Sono agevolabili gli investimenti, relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato. Il credito d’imposta è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni, nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro. Non sono agevolabili i progetti di investimento di importo inferiore a 200.000 euro.
Alle dirette dipendenze del Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr è affidata la “Struttura di missione per la Zes”, che ha una durata triennale, prorogabile comunque non oltre 31 dicembre 2034. Nel Decreto Sud vengono indicati i compiti della Struttura che deve assicurare sulla base degli orientamenti della Cabina di Regia Zes, supporto all’Autorità politica delegata in materia di Zona economica speciale per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del Governo relativamente all’attuazione del Piano Strategico. Alla stessa struttura spetta il coordinamento della segreteria tecnica della Cabina di regia Zes.
Il decreto Sud e l’istituzione della Zes sono una risposta concreta ai fautori del reddito di cittadinanza. Nelle regioni tradizionalmente ad Obiettivo 1 e destinatarie dei fondi di coesione si potrà investire con un forte sostegno pubblico, creando occupazione concreta. Un’opportunità per tante imprese e, soprattutto, la reale possibilità per il Mezzogiorno di compiere, finalmente, un salto di qualità considerevole.