Nelle prossime ore potrebbe aprirsi un nuovo scontro tra Palazzo Chigi e gli enti locali. Secondo le ultime indiscrezioni, il ministro Speranza potrebbe proporre a Palazzo Chigi di autorizzare dal 3 giugno gli spostamenti tra Regioni con pari livello di contagio. Una linea dura che consentirebbe agli italiani di muoversi tra zone dove l’indice di rischio è considerato solo basso, medio o alto. Non si potrà, invece, andare da regioni dove l’indice è basso a regioni con il livello medio o alto e viceversa. Misure che rischiano di avere un nuovo scontro con i governatori che da tempo spingono per un via libera agli spostamenti senza limiti.
La tensione tra Stato e Regioni continua ad essere molto alta. Nelle scorse ore il ministro Speranza ha invitato Zaia e Bonaccini a ritirare le ordinanze che prevedono lo spostamento tra comuni o province limitrofe per andare a trovare i congiunti. L’esponente del Governo ha ribadito che fino al 3 giugno non ci potranno essere degli ‘sconfinamenti’. Appello che rischia di non essere accolto dalle Regioni. Sono molti i governatori che in queste ore stanno autorizzando la visita ai congiunti nelle province limitrofe che sono oltre i confini regionali.
La linea delle Regioni è condivisa dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, che ha ribadito il bisogno di riaprire il prima possibile i confini: “Il via libera agli spostamenti in tutta Italia è di competenza del Governo. Non abbiamo intenzione di travalicare, anche se non credo che l’Italia possa rimanere un Paese chiuso tra Regione e Regione“.
Il ministro Boccia, in particolare, ha messo in evidenza che la facoltà di muoversi nella nostra nazione è, comprensibilmente, correlata e influenzata dall’andamento dell’epidemiologia a livello regionale. In poche parole, se il numero dei contagi in una regione sarà rischiosamente alto o comunque visibilmente in aumento, non sarà possibile uscire né entrare dalla zona regionale.
Altri chiarimenti da parte del ministro Boccia sulla svolta del 3 giugno riguardano il rispetto dei dati di monitoraggio. Insomma, è pur vero che dalla data in questione si avrà una possibilità di movimento molto più estesa, ma ciò non significa mettere in secondo piano la necessità di contenere i contagi. Difatti, i dati inviati ogni giorno dai sistemi sanitari locali permetteranno di suddividere le ragioni in base al livello di rischio. Ovviamente, per le regioni che si riveleranno essere ad alto rischio, i confini saranno chiusi.
Nel prossimo confronto, quindi, con Palazzo Chigi si cercherà di ribadire il bisogno di una riapertura dei confini per far ripartire l’economia del turismo che resta di fondamentale importanza per il nostro Paese.
Piera Toppi