Il governo ritocca ancora le buste paga

Tra i tanti emendamenti alla Legge di Bilancio presentati negli ultimi giorni ce n’è uno che interessa particolarmente una precisa fascia di reddito di lavoratori dipendenti, che rispetto a quanto inizialmente stabilito si potrà vedere aumentare la busta paga nel 2023. La novità riguarda infatti l’estensione del nuovo taglio del cuneo fiscale, che non è altro che la forbice tra lo stipendio lordo e quello netto, tra i soldi versati dal datore di lavoro e l’effettiva somma che finisce poi nella busta paga del dipendente. Vediamo nel dettaglio cosa cambia con il provvedimento.

Cuneo fiscale, nuovo taglio esteso ai redditi tra 20mila e 25mila euro

Ricordiamo che l’esecutivo guidato da Mario Draghi aveva già tagliato il cuneo fiscale del 2% per i redditi fino a 35mila euro, comportando conseguentemente degli aumenti a fine mese. Il nuovo governo ha poi dato una ulteriore sforbiciata, individuando due soglie di reddito lordo: 20mila euro e 35mila euro.

Secondo il disegno di Legge di Bilancio presentato alla Camera i lavoratori che percepivano meno di 20mila euro l’anno avevano uno sgravio fiscale superiore di un punto percentuale, quindi del 3%. Per tutti gli altri redditi superiori fino a 35mila euro era stato confermato il taglio del 2%, che sarebbe dovuto scadere con la fine del 2022.

Ebbene, adesso grazie a un emendamento alla Manovra la soglia limite dei 20mila euro cambia e sale a 25mila euro. Questo significa che per i lavoratori dipendenti che rientrano in questa fascia di reddito vale il taglio del cuneo fiscale al 3%. Ricapitolando, la situazione è quindi la seguente:

  • Per i redditi da 25mila euro a 35mila euro lo sgravio contributivo resta quello varato dal governo Draghi
  • Per i redditi fino a 25mila euro il taglio del cuneo fiscale complessivo è pari al 3%

La percentuale sarebbe poi destinata a salire gradualmente fino al 5% nel corso della legislatura, come più volte affermato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso.

Come cambia la busta paga e a chi

Cosa comporta in busta paga il taglio del cuneo fiscale stabilito dal governo Meloni? Per chi ha un reddito compreso tra 25mila euro e 35mila euro non ci sarà un nuovo rialzo rispetto al 2022, quando l’aumento era già entrato a regime grazie al primo taglio del 2% di Draghi. C’è da dire che senza la proroga nel 2023 lo stipendio si sarebbe riabbassato.

Coloro che stanno sotto la soglia dei 25mila euro invece vedranno la loro busta paga lievitare, seppur leggermente, per effetto dell’incremento dello sgravio fiscale di un punto percentuale (come detto 3% totale). Secondo le stime de ‘Il Sole 24 Ore’ chi ha un guadagno di 10mila euro lordi ottiene in più circa 6 euro al mese, chi arriva a 15mila prende circa 10 euro in più, mentre chi ha un reddito di 20mila euro ha un incremento di 11 euro. Aumento un po’ più marcato per chi sfiora i 25mila euro lordi.

Si tratta di cifre piuttosto basse, ma bisogna comunque tenere conto degli aumenti registrati già durante il 2022. Facendo un confronto con il 2021, la crescita complessiva risulta essere più sostanziosa.

Il bonus per i dipendenti pubblici

Per i dipendenti pubblici resterebbe ancora valido il bonus introdotto nel primo testo della Legge di Bilancio, che prevede per il 2023 lo stanziamento di un fondo di 1 miliardo di euro finalizzato all’erogazione “di un emolumento accessorio una tantum” da corrispondere per tredici mensilità e da determinarsi nella misura dell’1,5% dello stipendio lordo.

Grazie a questo bonus gli aumenti in busta paga vanno, secondo le stime, da un minimo di 21 euro circa al mese per gli statali con i redditi più bassi, fino a oltre 70 euro per i dirigenti che rientrano nelle fasce retributive più alte.

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