La curcumina, polvere dorata estratta dalla curcuma, uno dei più studiati fitoterapici del mondo, non ha proprietà terapeutiche perchè dal punto di vista molecolare non si comporta come un farmaco e quindi non può agire come tale.
Un gruppo di chimici dell’Università del Minnesota ha smascherato un inganno ben architettato tanto da convincere molti scienziati di avere a che fare con un vero e proprio medicinale dai mille poteri, proposto, a seconda dei casi, come antinfiammatorio o antibatterico. , come integratore utile alla prevenzione del cancro, dell’Alzheimer e del diabete, o come soluzione per la disfunzione erettile e l’irsutismo.
La Curcuma è parte integrante della medicina e fitoterapia di molti paesi del Sud-Est asiatico, viene comunemente utilizzata per trattare disturbi biliari, ittero, anoressia, tosse, ulcere diabetiche, disturbi epatici, reumatismi, infiammazione, sinusite, disturbi mestruali, ematuria, ed emorragia, integratore utile alla prevenzione del cancro, dell’Alzheimer e del diabete, o come soluzione per la disfunzione erettile e l’irsutismo. La curcuma, o curcumina, è anche usato come antisettico, analgesico, antinfiammatorio, antimalarico e repellente per insetti.
Al moltiplicarsi di studi degli articoli di ricerca e oltre 120 studi clinici che proponevano suo utilizzo nella prevenzione e il trattamento di svariate malattie, nel 2017 è stata pubblicata a la più ampia rassegna critica sulla curcumina mai realizzata, e l’articolo pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry afferma che non esiste alcuna prova di alcun beneficio terapeutico.
L’equivoco che ha mantenuto la spezia dorata sotto le luci della ribalta per tutto questo tempo nasce dal comportamento ambiguo della molecola, abile a fra credere di essere ciò che non è. Tutti i ricercatori che hanno il compito di individuare nuovi farmaci devono saper riconoscere i segnali incoraggianti: il primo indizio arriva quando la molecola sotto osservazione, quella dalla presunte proprietà terapeutiche, si lega ai siti specifici delle proteine coinvolte nella malattia.
Peccato però che alcune molecole, come la curcumina, facciano credere agli scienziati che quel legame sia avvenuto anche quando invece non c’è stata alcuna attività di quel tipo. Si parla, invece, di un accurato depistaggio legato alla luce fluorescente. Luce che di solito fornisce la prova del legame tra il presunto farmaco e la proteina. Il depistaggio è ingegnoso perchè ma la curcumina ha il potere di diventare fluorescente in modo naturale fuorviando le ipotesi dei ricercatori. Questa luce ‘naturale’ ha fornito prove ‘false’ sulle presunte proprietà terapeutiche della ‘polvere magica’. Tutto qui!
Le sostanze che si comportano come la curcumina, simulando le proprietà delle molecole dal reale potenziale terapeutico, sono note ai chimici come Pains (pan-assay interference compounds). Si tratta di composti responsabili di provocare delle interferenze negli esami di laboratorio, capaci di falsare i risultati tanto da far scambiare per oro quel che luccica. Ovvero, fuor di metafora, per farmaco ciò che diventa fluorescente.
Con queste rivelazioni i ricercatori sperano di mettere un freno allo spreco di soldi usati per studiare le proprietà della spezia dorata che finge di essere un farmaco senza esserlo.
Naomi Sally Santangelo