‘Il giro di boa di un anno di governo devo constatare che qualsiasi critica costruttiva è diventata impossibile.Ogni aspetto della vita del Movimento, dentro e fuori dal Parlamento, è sottoposto alla volontà del capo politico e per questo, dopo più di dieci anni, lascio i 5 Stelle’, dice la senatrice Paola Nugnes in un’intervista al Manifesto, annunciando il suo addio al Movimento: ‘Tutti i problemi derivano dalla torsione imposta nel 2017, con la delega in bianco al capo politico. Inclusa la perdita di 6 milioni di voti nell’abbraccio con la Lega’.
‘Andrò tra gli indipendenti, se non riuscirò a incidere darò le dimissioni. È giusto rimanere a lottare anche per bloccare le ipotesi di riforma dello stesso Parlamento. Riduzione nel numero degli eletti e del loro stipendio, a fronte di nessuna modifica per i ministeri significa rafforzare l’esecutivo a scapito del legislativo e della rappresentanza popolare. È una svolta autoritaria, funzionale anche a certe politiche che pure abbiamo sempre avversato, come sacrificare l’ambiente per progetti come il Tap’.
Dura la reazione del capo politico cinquestelle: ‘Oggi leggo che la senatrice Paola Nugnes vuole lasciare il Movimento 5 Stelle anche perché reputa la legge che taglia 345 parlamentari, una legge anti democratica. Se si vuole tradire una promessa, bisognerebbe dimettersi, non passare al Misto’, scrive Di Maio su Facebook. E sottolinea che i numeri della maggioranza al Senato non sono messi in discussione: ‘In Giunta per le elezioni al senato stiamo per dare l’ok all’ingresso di due nuovi senatori: il seggio del Movimento in Sicilia mai assegnatoci e il seggio della Lega in Emilia Romagna a seguito della vittoria di un ricorso’.
Nugnes – parlando con Repubblica – risponde a Di Maio. “È lui che dovrebbe dimettersi”. E assicura di aver incassato reazioni di stima e sostegno. Di Maio la accusa di aver tradito una promessa. Lei pensa che sia stato lui a tradire? “Tradito non mi sembra la parola più opportuna – replica Nugnes – ha cambiato idea. Ha diretto il Movimento in direzione diversa da quella che era declinata dai nostri principi. E ha fallito perdendo sei milioni di voti”.
Arianna Manzi