Il macronismo e il sogno infranto di unire l’Europa

Hanno votato Rassemblement national più di dieci milioni di francesi e non più solo gli operai del Nord dimenticati da una sinistra elitaria, ma anche pensionati, pezzi della borghesia benestante, donne giovani tra i quali ha più che raddoppiato il consenso. Ha allargato i consensi tra gli abitanti di grandi città, tutti incolleriti contro le élite e con una forte diffidenza verso un’Europa distante e indecifrabile. Anche se domenica non dovesse avere la maggioranza assoluta, RN avrà un ruolo centrale da cui non si potrà prescindere nella politica francese. E’ stato proprio il macronismo, a partire dal 2012, a far crescere RN. Macron perde le elezioni europee, scioglie il Parlamento convocando nuove elezioni per il 30 giugno scorso, al primo turno subisce una pesantissima sconfitta, rischiando così di consegnare il Paese ad una forza politica che ha posizioni opposte alle sue sull’Europa, le alleanze internazionali, la NATO, la guerra russo- ucraina. Certamente l’avanzata del sovranismo è un fenomeno mondiale e non è certo colpa di Macron, ma la Francia in particolare, in questo momento lo subisce in modo peculiare. E’ però possibile che il successo di Le Pen sia stato favorito da alcuni aspetti del macronismo: la convinzione che si possa sostituire la tecnocrazia alla politica, per la soluzione dei problemi. Quindi un fenomeno, il macronismo, che è nato senza un’ideologia è una visione completa della realtà. In questi il Presidente Macron ha preso decisioni sulla base di una competenza che potremmo definire, eterea, avulsa dalla normale comprensione dei cittadini. Poi se i cittadini protestano bisogna spiegare la misura contestata, una, due, anche cento volte. Quindi cittadini alla stregua di bambini delle elementari. Un indottrinamento pedagogico. Un esempio lampante è stata la contestatissima riforma delle pensioni. Si spiega così il successo di Jordan Bardella( origini ciociare, anche se i nostri media lo chiamano Bardella’) appena ventottenne, che nonostante la sua scarsa preparazione si potrebbe trovare a capo di un governo che ha il compito di gestire e governare un Paese che e‘ una grande potenza nucleare. Ma questo ai dieci milioni di francesi che hanno votato RN non importa perché Bardella si presenta loro come un giovane politico che ha voglia di imparare e soprattutto sa ascoltare, oltre a sapersi porgere con toni pacati ed equilibrati. Non l’arroganza e la politica del sussiego dei macronisti. Quindi in questi giorni caotici l’unico candidato credibile è proprio lui, anche se non porta con se’ la bandiera dell’Europa. E qui si è infranto, per Macron, il sogno di unire l’Europa.
Andrea Viscardi

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