“Sì, ha firmato e non ne abbiamo mai dubitato. Anche perché i saggi consigli del presidente sono sempre stati tenuti in altissima considerazione”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in una intervista a ‘Il Giornale’, esprime la propria soddisfazione per la collaborazione ricevuta dal presidente Mattarella, che ha firmato sia il provvedimento sulle carceri, sia l’abolizione dell’abuso d’ufficio.
“Sul fatto che molti giornali hanno scritto nei giorni scorsi che il presidente non voleva firmare la norma sull’abuso d’ufficio perché non era d’accordo Nordio afferma: «Sono rimasto abbastanza sorpreso delle anticipazioni fantasiose, – dice il ministro -una vera e propria ragnatela di mitologia, diffuse in questi giorni. Io capisco le polemiche anche aspre della politica, ma noto da parte dell’opposizione e di una certa stampa una sorta di lucidità nei loro propositi costantemente mediocri: quelli di inventarsi conflitti inesistenti, per mettere in imbarazzo le più alte istituzioni dello Stato. E questo non va bene».
“Il presidente ha sempre dimostrato una grande sensibilità sui problemi delle carceri, e quindi abbiamo deciso che fosse opportuno informarlo sulle iniziative che stiamo adottando. Per di più, quale presidente del Csm, dev’essere informato delle difficoltà che troviamo nella soluzione del problema dei giudici di sorveglianza”, spiega ancora Nordio al Giornale. Poi il tema della carcerazione dei minori con i genitori condannati. “La normativa attuale riduce al minimo la possibilità di incarcerare una donna incinta o con bambino da accudire. Ma mi permetto di ricordare che la maternità è argomento così sacro che è quasi blasfemo farne uno strumento di impunità. Tutti hanno letto della donna che deve espiare trenta anni di reclusione, e che ha collezionato oltre 150 condanne per reati contro il patrimonio, che è sempre rimasta libera perché madre di dieci figli. È un’offesa alle donne”.
I femminicidi: governo in campo
“Da un lato molti uomini non accettano una situazione di parità, e dall’altro molte donne sono riluttanti a denunziare le sopraffazioni, i maltrattamenti, e anche le violenze. Non sanno che lo Stato è dalla loro parte e ha predisposto molte tutele di cui potrebbero valersi. Per esempio l’assistenza legale gratuita. Bisogna che le donne si rivolgano subito alle strutture in grado di assisterle. Ecco perché abbiamo realizzato un opuscolo: un depliant di cui sono molto orgoglioso, costruito da donne per le donne. La grafica è opera di Michela Pizzinat, i testi di Angela Colmellere. Spiega in modo sintetico, ma chiaro e pragmatico, la dinamica di questo triste fenomeno, e da i consigli utili per fronteggiarlo. Si parte dai segnali di allarme, per arrivare alla gravità delle pene in cui incorre il molestatore o l’aggressore. Sarà diffuso in decine di migliaia di copie, nei luoghi di lavoro, di studio, e ovunque si possa fare informazione sui rischi e sui rimedi. Abbiamo l’ampia collaborazione di tutte le più importanti associazioni del Paese, dalla Croce Rossa alla Confcommercio, oltre naturalmente alle Asl. Non sarà certo risolutivo, ma sarà comunque molto utile”.
Il Guardasigilli poi replica sul rapporto sullo Stato di diritto della Commissione europea, secondo cui l’abuso d’ufficio potrebbe intralciare le indagini in materia di frode e corruzione: nessuna bocciatura, “il 14 giugno scorso tutti gli Stati del Consiglio Giustizia e Affari interni hanno votato a favore della nostra formula. Hanno riconosciuto il merito dei nostri sforzi nella lotta, quella vera, alla corruzione”.
Nordio: il sovraffollamento carceri non si risolve con un’amnistia
Per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri, “una liberazione anticipata, motivata dalla mancanza di posti, non sarebbe un gesto di generosità e di pacificazione, come l’amnistia di Togliatti del dopoguerra. Sarebbe una resa, che comprometterebbe l’intero sistema penale”. Per Nordio, “a parte che gli arresti e le liberazioni sono prerogativa della magistratura, e non nostra, perché si dovrebbero arrestare gli autori del reato, sottoporli a un lungo e costoso processo, se poi dobbiamo dire che, per impotenza, li dobbiamo liberare? Del resto l’esperienza ci dimostra che dopo queste liberazioni anticipate il problema si ripropone entro poche settimane, proprio perché l’incertezza della pena ne elimina l’effetto dissuasivo”, sottolinea ancora il Guardasigilli.
In particolare, sui detenuti stranieri “stiamo lavorando giorno e notte per accordarci con gli Stati di provenienza per far scontare la pena a casa loro”. E per i tossicodipendenti “la pena può esser scontata in strutture protette, non necessariamente carcerarie”. Il governo è anche al lavoro per riformare l’uso dei Trojan: “Certo è uno strumento così invasivo che va limitato ai reati che mettono in pericolo la sicurezza dello Stato e l’incolumità pubblica, come terrorismo e mafia”. Nordio esclude un suo approdo alla Corte costituzionale: “Sono voci fantasiose. Tra l’altro, non credo nemmeno di averne i requisiti”.