Il ministro Valditara e l’importanza dell’insegnamento della storia a scuola

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara  annuncia un’importante novità che riguarda l’insegnamento della storia a scuola, ed ha chiarito, in una lettera a ‘La Stampa’, i punti cardine delle nuove Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica. Ed è in questo contesto che ha fatto un annuncio che riguarda lo studio della storia nelle scuole italiane:  “Ho istituito un gruppo di lavoro per la revisione delle Indicazioni nazionali di storia perché finalmente gli studenti conoscano anche gli eventi dell’ultimo dopoguerra, conoscenza fondamentale per essere cittadini consapevoli”.

Valditara ha  scritto a ‘La Stampa’  in risposta all’editoriale dello storico e giornalista Gianni Oliva che, commentando le nuove Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica in vigore dal prossimo anno scolastico, ha sollevato la questione dello studio della storia nelle scuole italiane. “Non si può formare un cittadino consapevole – scrive Oliva – se manca la conoscenza della storia contemporanea, di ciò che è accaduto negli ultimi decenni, di com’è maturata la Costituzione”.

Valditara,  ha dichiarato  che i lavori della Commissione per la revisione delle Indicazioni nazionali di storia termineranno ad inizio primavera 2025.

Capita molto spesso che alla fine delle superiori non si riesca ad arrivare al dopoguerra. Non è insolito che i programmi scolastici di storia si fermano alla Seconda guerra mondiale o, al massimo, alla prima fase della Guerra fredda.

Che il dopoguerra rappresenti una argomento importante che dovrebbe essere conosciuto dagli studenti, soprattutto da quelli che si diplomano, è sentimento comune, anche tra gli stessi ragazzi e gli insegnanti. Per evitare che i giovani escano dalla scuola senza aver affrontato il dopoguerra, il professore Daniele Coluzzi ha proposto su TikTok di studiare la storia al contrario.

“In classe mi hanno chiesto: ‘ma perché prof ci fate studiare sempre i sumeri, i greci, gli egizi, e mai il secondo ‘900?’ E allora io mi sono chiesto: siamo sicuri che la storia vada studiata per forza in ordine cronologico?“, ha detto Coluzzi in un video su TikTok.

Come dice il docente, “non tutta la storia si studia con la stessa facilità”. E ha proseguito: “Per studiare davvero il mondo greco, dobbiamo per esempio calarci all’interno di un contesto sociale e geopolitico enormemente complesso, perché è davvero tanto distante da noi e dal modo in cui ragioniamo”. Questa cosa “noi la facciamo fare a dei ragazzi piccoli, che non è detto che abbiano sviluppato a 13/14 anni queste capacità e competenze”.

Da qui la proposta: “Non sarebbe forse meglio procedere per grandi temi, partendo soprattutto da quelli più vicini a noi, per poi andare indietro? Procedere insomma per livelli di difficoltà e non in ordine cronologico?”.

Il prof Coluzzi ha poi sottolineato che questo tipo di cambiamento nel mondo dell’istruzione è “difficilissimo”, anche perché “siamo abituati a concepire la storia come una catena di eventi”. Ma, a suo avviso, “questa convinzione è vera fino ad un certo punto. Molti fatti storici – ha spiegato – non hanno cause molto antiche per cui bisogna necessariamente conoscere ciò che è accaduto prima nel mondo.

Del resto, programmi della scuola del primo e secondo ciclo sono già in fase di revisione da parte di un team di esperti. Infatti, mesi fa Valditara aveva indicato che arte e musica avrebbero avuto più spazio, anche per questo aveva chiesto a un gruppo di pedagogisti di lavorare alle nuove indicazioni a livello nazionale, precisando che queste materie dovrebbero avere più spazio sin dalla scuola primaria.

Per la revisione nei mesi scorsi è stata nominata la squadra il cui coordinatore scientifico è Loredana Perla, che insegna didattica e pedagogia speciale all’Università di Bari. Del gruppo fanno parte il consulente del ministro, Francesco Emanuele Magni, la pedagogista Laura Sara Agrati dell’Università Pegaso, l’ex professore Paolo Calidoni, i docenti di pedagogia sperimentale Giuseppe Cappuccio e Massimiliano Costa, l’associato di pedagogia Evelina Scaglia, la docente di pedagogia Alessia Scarnisci dell’Università Mercatorum e Viviana Vinci che insegna all’Università di Foggia.

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