Domani sarà presentato a Roma da Gilberto Di Benedetto, a via Sallustiana 27 a, “Il Mondo Invisibile e la Casa delle Rose Selvatiche”, opera letteraria di Veronica Marino. L’attore Marco Di Stefano leggerà alcuni brani del libro ben coniugando arte e cultura. Autrice di ‘Beatrice e la sua terra’, testo che racconta la storia di una professoressa di storia in un minuscolo angolo di Sicilia, e che ci parla di un profondo e vivo senso di ‘sicilitudine’. Veronica Marino vive e lavora a Roma dove e’ nata da un padre siciliano. “Desideravo sentire fino in fondo il mio essere nata donna in questo momento storico e nata da un uomo che e’ Sicilia in ogni parte di se’. Da questo sentimento e’ nato ‘Beatrice e la sua terra”, siglò la scrittrice alla presentazione del libro. Nel ’98 ha iniziato la sua esperienza professionale di giornalista, interessandosi di ambiente, costume, spettacolo, politica ed economia. Dal 2001 si e’ occupata di economia sindacale per l’agenzia Adnkronos. In seguito è stata giornalista parlamentare e attualmente si occupa, per la stessa agenzia, di cultura e spettacolo. “Un’anziana si sedette accanto a me e subito il mio cuore riprese a battere armonioso. Ero di nuovo calma. Lei è la protagonista della storia che ho scritto per voi. La storia che ha cambiato il mio modo di stare al mondo…”, così Veronica Marino introduce la protagonista, Adelisa, una novantenne che si accorge di non aver mai vissuto veramente. La storia, o meglio, il canovaccio si snoda a Roma attraverso luoghi magici e misteriosi. Misteriosi, perché legati al mistero della casualità, laddove il mistero ed il caso altro non sono che il predestino che non vuole firmare la sua opera, ed è costituita da spunti, occasioni e vicissitudini che costituiscono l’intreccio di diverse vite. Adelisa incontra uno strano uomo dalle orecchie a forma di conchiglia che le farà intravedere una nuova realtà in una dimensione magica. Dimensione magica, che è in realtà riflessa in uno specchio. Già parlare di specchio è parlare di magia, è parlare di collegamento con un mondo apparentemente invisibile ma con il quale siamo collegati, e attraverso il quale possiamo interagire. Uno specchio ‘cagliostrato’. Adelisa attraverserà lo specchio uscendo dalla Casa delle Rose Selvatiche, dove condivide l’ospitalità con altri anziani. La casa delle rose selvatiche, è una brillante citazione della scrittrice, che indica null’altro che l’avventura in nuovi territori che disvelano le loro verità. Adelisa le racconta nel libro per renderne partecipi gli altri, ovvero i lettori. Sorge spontaneo chiarire che un’opera letteraria appartiene all’autore fino all’ultima riga. Dopo appartiene al lettore che la coglie e la interpreta in piena ed assoluta libertà. Gli incontri di Adelisa non sono casuali: un uomo con le scarpe spaiate, un uccello parlante, Giada, una bambina alla ricerca dei genitori, e John, un singolare inglese ottuagenario. Adelisa parla di John che sta in una dimensione diversa. Un’altra dimensione, sottile confine che separa il mondo conoscibile dall’inconoscibile. Il destino di Adelisa si intreccia con quello degli altri personaggi in un racconto corale, dove ciascuno percorre una strada costellata di ostacoli e accadimenti straordinari e solo apparentemente casuali. Questo libro svela le infinite possibilità racchiuse nello spazio sensoriale cui ha accesso ognuno di noi e toglie il coperchio ad un altro mondo di cui non si era accorti prima. Un mondo, dove ogni 21 anni accade qualcosa e che lei conoscerà, di enigma in enigma, anche grazie alla piccola Giada, ragazzina che ritroverà i propri genitori quando porterà a termine la sua missione nel mondo delle orecchie di conchiglia. La conchiglia richiama a significati straordinariamente esoterici e che viene consegnata solo, ed esclusivamente, alla fine di un viaggio. Viaggio di una trasformazione interiore, dell’autofecondarsi attraverso privazioni, ma sempre dotati della necessaria forza di volontà per affrontare un lungo viaggio. Privazioni, perché apparentemente Adelina, a suo dire, è stata privata della sua stessa vita. L’uomo con le orecchie di conchiglia, richiama la conchiglia che è necessaria per effettuare un viaggio, un pellegrinaggio. La conchiglia infonde vita nelle statue che ‘vive’ non sono. Adelina fino al momento di intraprendere il viaggio descritto nel libro viva non era. A questo punto è necessario un richiamo a cappella Sansevero. Quando Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, decide di far modellare delle sculture dal forte significato simbolico, inserisce nelle sculture una conchiglia dal forte contenuto simbolico. La conchiglia, indicativamente, separa l’uomo dal cielo e dalla terra.
Roberto Cristiano