Il Movimento 5 Stelle chiede un monopolio di Stato per la cannabis

Da anni si discute di cannabis in Italia, senza trovare un accordo politico, tanto che il governo ha deciso di dichiarare battaglia alla cannabis light, stroncando un intero settore imprenditoriale. Di contro il Movimento 5 Stelle ha proposto un vero “monopolio”, in pieno contrasto con la stretta dell’esecutivo. Trattare la cannabis come fosse tabacco, è la proposta del M5S. Si ipotizza un vero e proprio monopolio e una regolare licenza per la coltivazione e la vendita.

Questa proposta è stata abbozzata in uno degli emendamenti alla Manovra. Nel frattempo il disegno di legge Sicurezza è in seconda lettura al Senato, trova ancora spazio la stretta contro la canapa light, che dure proteste ha fatto sollevare della filiera.

All’articolo 18 del disegno di legge Sicurezza è stato introdotto un divieto di importazione, lavorazione, cessione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa.

Uno stop totale, che comprende anche estratti, oli e resine. Previste sanzioni al titolo VIII del Dpr 309/1990 per gli stupefacenti e le sostanze psicotrope. Il tutto punito con una multa da 26mila a 260mila euro, con incarcerazione da 6 a 20 anni.

Il M5S propone che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli abbia la possibilità di poter eseguire tutte le fasi di lavorazione della cannabis. Lo stesso dicasi per la concessione della licenzia di coltivazione.
Per Meloni, Salvini e Tajani questa proposta rientra nel novero della pura fantascienza. Nel progetto pentastellato il ministero dell’Economia dovrebbe ricevere l’incarico di disciplinare le modalità di concessione delle licenze per poter coltivare, con specifico decreto. Lo stesso dicasi per i modi d’acquisizione e i procedimenti di conferimento della lavorazione dei derivati.

Anno dopo anno, poi, si procederà a determinare la specie della qualità coltivabile, con relative quantità.

Ciò, ovviamente, stabilendo anche il prezzo, il peso delle accise da apporre, il costo al dettaglio e quello per il pubblico, così come il livello dell’aggio.

Per quanto l’esecutivo sia alla ricerca di somme di denaro per rimpinguare le casse dello Stato, l’opzione cannabis non sembra affatto considerabile.

Si resta in attesa di capire cosa accadrà, con la norma approvata a Montecitorio ma che, non è da escludere, potrebbe crollare a Palazzo Madama. Ciò in seguito alle dure proteste delle imprese.
Coldiretti infatti chiede maggiore lungimiranza da parte dell’esecutivo, così da “dare continuità alle tremila imprese agricole, che coltivano canapa, creando le condizioni per il rispetto delle normative europee”. Queste le parole del presidente Ettore Prandini.

Il governo non si è sbilanciato in merito a un possibile tavolo di confronto, che Coldiretti, Filiera Italia e ICI – Imprenditori Canapa Italia richiedono a gran voce.

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