Torino, 11 dicembre (Andrea Alfano/LaPresse)

Il movimento delle sardine tra Papa Boys e Alessandro Sallusti

 

Ieri sera migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal movimento delle ‘sardine’ a Torino,  in Piazza Castello. Ieri a Torino c’erano diversi tipi di persone, da quelle che avevano manifestato a favore e contro la TAV in Val di Susa passando per gli elettori di sinistra «che non andavano in piazza dall’epoca dei girotondi», le manifestazioni contro il governo di Silvio Berlusconi organizzate nel 2002.

Dal palco hanno parlato diversi studenti universitari ma anche Nicolò Pagani, un professore di liceo diventato una piccola celebrità televisiva quando un mese fa aveva abbandonato il programma l’Eredità dopo averne vinto diverse puntate per tornare a insegnare. Sul palco Pagani ha inaugurato un’iniziativa che era stata annunciata in anticipo, cioè uno scambio spontaneo di libri: Pagani ha regalato a un ex partigiano l’ultimo libro del giornalista e scrittore torinese Massimo Gramellini.

Le sardine invadono anche Torino per dire no alla Lega di Salvini. Cartelli fatti e mano e libri sotto braccio migliaia di persone (secondo gli organizzatori 40 mila) di ogni età hanno riempito la centralissima piazza Castello dove è risuonata “Bella ciao”. “E’ importante invertire la narrazione. Le piazze sono riempite da persone che si sono stancate di un certo linguaggio”.

“Le sardine? Sì mi piacciono. Hanno quel fermento di rivoluzione liberale che è lo stesso di Forza Italia. Ecco, potrebbero essere una nuova Forza Italia! Penso che scenderò in piazza con loro”. Parole che lasciano un po’ perplessi quelle rilasciate da  Francesca Pascale, compagna dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La quale ha dichiarato che quasi certamente prenderà parte alla manifestazione in Piazza San Giovanni del 14 dicembre. E ad accoglierla e a darle il benvenuto troverà certamente il fondatore, il bolognese Mattia Santori che ha prontamente risposto: “Francesca sarà la benvenuta. Noi non abbiamo colore politico perché chiunque sia contro Salvini e il sovranismo per noi è il benvenuto”. Il giovane insiste nel ribadire l’estraneità del suo movimento dalle dinamiche politiche ma i fatti continuano a smentirlo. Q

Ma Francesca Pascale non sarà l’unica ad unirsi alle sardine. Anche i Papa Boys  hanno già annunciato la loro presenza accanto al movimento il 14 dicembre. I giovani esponenti del gruppo cattolico hanno sottolineato che anche Papa Francesco vede di buon occhio questo nuovo movimento di piazza. Probabilmente perché il Santo Padre, al pari delle sardine, ha posizioni pro migranti, al punto che ha voluto dedicare una scultura agli immigrati e collocarla in Piazza San Pietro. Insomma: un movimento meticcio che accorpa persone senza idee comuni ma nemici comuni.

“Io non sono un membro delle sardine, credo che l’importante sia cogliere tutto quello che di buono c’è anche in questi movimenti e cercare di valorizzarlo sempre per il bene del Paese. Questo è il mio augurio, che si mettano in luce soprattutto le spinte positive, altre forse sono meno ‘positive’, queste spinte positive che siano messe al servizio del bene del Paese”,  ha detto il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di un evento al Bambino Gesù con il ministro Roberto Speranza.

La piazza della Scala, ristretta ed elitaria, è secondo Alessandro Sallusti un messaggio forte e chiaro a Sergio Mattarella. Nel suo editoriale sul Giornale, il direttore considera i pochi privilegiati che hanno assistito al “rito della Prima” della Tosca una risposta alla “piazza che applaude Greta perché vuole rottamare la politica per salvare l’ambiente” e a quella delle sardine, “che applaude se stessa perché vuole rottamare non si capisce bene cosa”. Quella che ha applaudito a scena aperta il presidente della Repubblica, invece, è quasi “implorante”.

Al di là dell’operato politico e del suo passato, spiega Sallusti, Mattarella è l’ultima speranza di “una folta rappresentanza della prima linea della classe dirigente del Paese. Gente che, anche se non più giovane, guarda al futuro più e meglio di un ragazzo, gente che chiede ai governanti regole certe, serietà, responsabilità”. Basta baracconate, è la traduzione nuda e cruda di Sallusti, basta con i politici e le politiche improvvisate. Serve serietà, serve azione. “Io mi auguro – è la conclusione sibillina del direttore – che il presidente Mattarella abbia colto il senso di quel lungo applauso che andava oltre la sua persona. E mi auguro che sia conseguente. Gli strumenti, ufficiali e ufficiosi, per farlo non gli mancano”.

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