Vincenzo De Luca, ex sindaco sceriffo di Salerno, è il nuovo governatore della Campania. E’ presente a tutti il macigno che pesa sulla sua elezione, perché la sospensione dal nuovo incarico è determinata, in linea di principio, dalla legge Severino e causata da una vecchia condanna in primo grado per abuso d’ufficio, maturata quando era sindaco di Salerno. Condanna a un anno e due mesi. Sono fatti accaduti 17 anni fa. Il premier Renzi ha dichiarato che sanerà il tutto senza problemi. La Cassazione la sua l’avrebbe detta, e la sospensione di almeno 18 mesi è automatica e immediata, non ci sono margini di discrezionalità su tempi e procedure. La legge Severino è la n.190 del 6 novembre 2012. Stando all’articoli 7 e 8 del decreto attuativo 235, Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Non possono essere candidati alle elezioni regionali, e non possono comunque ricoprire le cariche di presidente della giunta regionale, assessore e consigliere regionale coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio. L’eventuale elezione o nomina di coloro che si trovano nelle suddette condizioni è nulla. L’organo che ha deliberato la nomina o la convalida dell’elezione è tenuto a revocarla non appena venuto a conoscenza dell’esistenza delle condizioni stesse. Non è una condanna definitiva ma l’articolo 8 dice che sono sospesi di diritto dalle cariche indicate all’articolo 7, ovvero coloro che hanno riportato una condanna non definitiva. De Luca eletto, tempo di darne comunicazione a Prefetto e ministero degli Interni, che a sua volta lo ricomunica al Consiglio regionale, e il governatore se ne torna a casa. Almeno fino al pronunciamento del giudice ordinario che, sulla base del ricorso dell’ex sindaco di Salerno, deciderà se lasciarlo al suo posto. Nella migliore delle ipotesi, in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale sulla legge Severino previsto per il prossimo ottobre. Per la durata della sospensione al consigliere regionale spetta un assegno pari all’indennità di carica ridotta di una percentuale fissata con legge regionale. Quindi, nel caso, sarà pagato uno stipendio, seppur ridotto, al neoeletto e neosospeso governatore. Secondo De Luca la legge non si applica a chi è eletto per la prima volta, e la sentenza della Cassazione nella sostanza non cambia nulla. Nella sostanza non si può ignorare oppure eludere la legge, perché questo comporterebbe, per il Presidente del Consiglio, un’omissione di atti d’ufficio. Il giudice ordinario potrebbe comunque decidere di non reintegrarlo, e quindi via a nuove elezioni; reintegrarlo, in attesa della pronuncia della Corte costituzionale; emettere un provvedimento di sospensione cautelare, confermando la sospensione decretata dal governo in applicazione della legge Severino, e decidere nel merito dopo la pronuncia della Consulta sulla legittimità costituzionale della legge. Sarà comunque Renzi a dover proclamare la sospensione del governatore in attesa che sia un giudice ordinario a decidere sulla sua eleggibilità. Sospensione che dovrebbe intervenire subito dopo il varo della nuova Giunta in cui figura un vicepresidente o un vicario che possa reggere la Regione durante la sospensione di De Luca. Sono al momento in atto forti pressioni su Renzi perché sospenda immediatamente di fatto De Luca, senza dargli il tempo di nominare un vice. Valeria Ciarambino, di M5S ha presentato per questo un esposto in Procura. Il sottosegretario alle Infrastrutture, avvocato Basso De Caro, afferma che esistono gli strumenti giuridici per risolvere il problema De Luca: “Attenderemo l’udienza della Consulta fissata ad ottobre e decideremo”. De Luca è sicuro di poter andare avanti per la sua strada. Restiamo a guardare…
Roberto Cristiano