L’aereo dell’Alitalia con a bordo il Papa Benedetto XVI è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alla volta di Lehon, alle nove e cinquanta. Il Papa si recherà in Messico e nella Repubblica di Cuba. A salutarlo all’aeroporto è andato il presidente del Consiglio Mario Monti, una lunga stretta di mano ed uno scambio di saluti ha suggellato l’incontro. Quindi, il premier ha accompagnato dall’elicottero Benedetto XVI fino alla scaletta del Boeing 777 dell’Alitalia, battezzato Sestriere, continuando a conversare cordialmente. Qui a salutarlo c’erano tra gli altri, con numerosi prelati del Vaticano, il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, con l’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Lorenzo Lo Presti. Erano presenti anche il presidente dell’Enac, Vito Riggio, il direttore dell’aeroporto, Vitaliano Turrà, il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini e il vescovo della diocesi di Porto e Santa Rufina, Gino Reali. Nel salire le scalette dell’aereo, a metà percorso, Benedetto XVI si è girato e ha rivolto un saluto con la mano a tutti i presenti. Al via il viaggio di Benedetto XVI in Messico e successivamente a Cuba, la 23° visita all’estero del suo pontificato. L’arrivo allo scalo internazionale di Guanajuato è previsto alle 16.30 ora locale, le 23.30 in Italia.
Il messaggio a Napolitano.”Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Messico e Cuba per sostenere la missione della chiesa locale e portare un messaggio di speranza, mi è caro rivolgere a lei, signor Presidente, il mio deferente saluto, che accompagno con fervidi auspici per il benessere spirituale, civile e sociale del popolo italiano, cui invio volentieri la benedizione apostolica”. Questo è il telegramma che il Papa ha fatto pervenire al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, prima di lasciare l’Italia diretto in America Latina.
Il Paese e le riforme. Quando Papa Benedetto XVI arriverà a Santiago di Cuba per iniziare la sua visita, troverà un Paese diverso da quello che vide Giovanni Paolo II nel gennaio 1998, soprattutto sotto il profilo economico. Il presidente Raul Castro ha dato infatti l’avvio ad una serie di riforme per l’espansione dell’iniziativa privata che lasciano ben sperare per la maturazione di un processo di rinnovamento.
Si contano oltre 300 riforme, che, secondo il partito Comunista, hanno lo scopo di rafforzare il progetto socialista sull’isola. Tra queste anche la concessione a 130 mila contadini di terre prima gestite dallo stato e gli incentivi alle iniziative private con mutui e agevolazioni per i nuovi piccoli imprenditori. Ma c’è anche la volontà di procedere verso una diminuzione del pubblico impiego e la graduale eliminazione della “libreta” la tessera di razionamento.
Tra coloro che si dicono convinti di un “cambiamento irreversibile” c’è l’arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, che nel 2010 ha partecipato alla mediazione col governo per liberare quasi 130 prigionieri politici. “Gli osservatori temono che ci possa essere un passo in dietro, come già successo in passato. Temono che le riforme siano un’apertura tattica, una cosa del momento, e che dopo si riprenda il modello antico, più chiuso e più duro. Ma io ho l’impressione che siamo al centro di un processo irreversibile”, sostiene Ortega.