Il Pd alla ricerca di una nuova classe dirigente pronta per governare il Paese

L’assemblea del PD si è conclusa senza alcuna implosione interna. La tregua siglata tra Bersani e Renzi ha permesso agli organi dirigenti del partito di cambiare la regola dello statuto che prevedeva,sino ad ieri,che il segretario fosse l’unico legittimato alla candidatura a Premier,aprendo così la strada a Renzi e a Vendola,mettendo fine a tutte le polemiche ed agli antagonismi tra le varie anime del partito. Conclusasi la parte formale e procedurale ci si aspetta di sentire parlare di contenuti e di programmi per il governo del Paese. Allo stato,nè Bersani,nè Renzi  sembrano avere ricette salvifiche in grado di mettere fine al terremoto che sta distruggendo l’intero sistema politico del Paese. L’esplosione degli scandali alla Regine Lazio si è rapidamente trasformata in una gigantesca inchiesta giudiziaria e civile sui costi esorbitanti delle singole amministrazioni regionali. All’improvviso dopo vent’anni di sperperi volutamente sottaciuti dall’intera classe politica nazionale e locale,con la tacita complicità della magistratura,ordinaria e contabile,ci si accorge del fallimento del federalismo amministrativo,auspicando un ritorno ad un centralismo finanziario,deprecato ed additato,per anni,come la madre di tutti gli abusi,sprechi,ruberie(chi non ricorda gli “integerrimi” leghisti con il loro slogan”Roma Ladrona”,presto trasformatosi ,purtroppo per loro in Lega Ladrona),oggi invece sembrerebbe la soluzione tampone:questo neo-centralismo finanziario dovrebbe procedere rapidamente a tagliare i trasferimenti statali se si rifiutano di adeguarsi alle norme taglia-spese,che il governo in tutta fretta sta varando,soprattutto per mettere a tacere l’opinione pubblica infuriata e senza tener conto che si avrà inevitabilmente una ricaduta anche sui comuni e quindi sulle popolazioni locali già in difficoltà economiche e vessate da imposte e balzelli fiscali senza un adeguato ritorno in termini di servizi sociali.Quindi per evitare di imboccare scorciatoie pericolose,il compito di chiunque si candidi a governare,oggi, il Paese è quello di chiarire e nel contempo informare la gente su come intende riformare, senza i soliti colpi di spugna,peraltro rivelatisi nel 93 nefasti e forieri dell’attuale situazione disastrosa dell’intero sistema politico nazionale e locale,i meccanismi di selezione della classe di governo. Quindi Renzi e Bersani dovrebbero ‘spiegare’ questo obiettivo, che va sostanziato con il varo di una seria riforma elettorale sia a livello regionale che a livello centrale(è scandaloso che a sei mesi dalle elezioni politiche,nonostante i pressanti appelli del Capo dello Stato,il Parlamento non provveda).Certo sarà doloroso per i partiti perchè così rischiano di andare ad intaccare gli interessi di tanti potentati locali che dettano legge in tempo di elezioni e potrebbero indirizzare il loro consenso altro.Ma è meglio recidere subito le radici del cancro,prima che vada in metastasi.

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