Il Pd infiamma le polemiche nella maggioranza di governo rilanciando lo ius culturae. Almeno a parole, il Partito democratico nato dopo la tre giorni di Bologna sembra aver svoltato con decisione a sinistra. Lo scopo è quello di ergersi come baluardo contro il Centrodestra e le deviazioni estremiste. La definizione di partito antifascista, insomma, non è casuale. È una dichiarazione di intenti.
E la svolta a sinistra passa anche dal tema dei migranti. Zingaretti ha detto e ribadito di voler cancellare, o almeno modificare in maniera sostanziale, i decreti Salvini. Franceschini segue a ruota il segretario rilanciando il tema dello ius culturae. “Sullo Ius Culturae non ci sarà ragione di opportunità che ci farà fermare“, ha dichiarato Franceschini provocando un terremoto politico nella maggioranza di governo. Nei giorni scorsi anche il Segretario del Partito democratico si era esposto rilanciando il tema. “Approvare lo ius culturae? Per quanto mi riguarda assolutamente sì, la società dimostra di essere più avanti rispetto a coloro che siedono in Parlamento. Però servono i voti in Parlamento . Noi faremo di tutto per sostenerlo”.
Il rilancio del Partito democratico sulla questione migranti (abolizione dei decreti Salvini) e sul diritto di cittadinanza (ius culturae) non ha fatto piacere al Movimento 5 Stelle che ha fatto un deciso passo indietro. Al momento Di Maio, agitato dalle voci arrivate da Bologna, dove si è riunito il Pd nel fine settimana, ha cestinato la proposta sottolineando come al momento le priorità siano altre e decisamente più urgenti. Il riferimento è evidentemente al caso Ilva e all’emergenza maltempo. Ma la sensazione è che la questione sia tutt’altro che chiusa.