Chiara Braga è stata eletta capogruppo del Pd alla Camera, per acclamazione, durante l’assemblea dei deputati, in corso a Montecitorio. La sua elezione segue quella di Francesco Boccia al Senato.
La nuova segretaria del PD Elly Schlein ha indicato i nomi per i nuovi capigruppo del partito in parlamento. Boccia è stato coordinatore politico della mozione Schlein che ha portato l’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna alla segreteria.
La sua carriera politica comincia nella Margherita, per poi convergere nel 2007 all’interno del Partito Democratico.
Classe 1979, Braga ha una lunga carriera politica alle spalle, sempre tra le file del Partito Democratico. Viene eletta per la prima volta alla Camera nel 2008.
Da allora è sempre stata rieletta, e fa parte della segreteria del partito fin dalla vittoria di Renzi alle primarie, nel 2013.
All’interno del parlamento ha già ricoperto ruoli di rilievo, partecipando alla commissione d’inchiesta sulle ecomafie e venendo scelta come capogruppo del PD in commissione ambiente.
Dopo la scelta dei senatori del PD, Boccia si è immediatamente detto pronto a dare battaglia all’esecutivo: “Il partito avrà come punto di riferimento costante l’ascolto della piazza, della protesta, dei mille luoghi del lavoro, del paese”.
Soddisfatta anche la segretaria Elly Schlein, che ha voluto sottolineare la compattezza del partito: “Stiamo lavorando a un assetto complessivo ed equilibrato, rispettoso del pluralismo e dell’esito delle primarie.
‘’Abbiamo nodi politici importanti davanti a noi, è innegabile”, ammette la segretaria: “Dobbiamo provare a scioglierli insieme salvaguardando tra noi la chiarezza. La collegialità è un punto dirimente”. Quindi il ringraziamento di rito ai traghettatori: “Un ringraziamento forte a Letta, Serracchiani e Malpezzi che hanno retto in una fase di transizione lunga e complessa”, dice la vincitrice. Poi l’autoesaltazione per il nuovo corso, megafonato dalla stampa amica e dalla narrazione progressista, che plaude alla svolta radicale e alla saldatura con i 5Stelle. “Abbiamo visto cambiare il clima intorno al Pd in queste settimane. Nelle piazze e nell’opinione generale, viviamo una fase positiva testimoniata dalle 16000 tessere che sono arrivate in pochissimo tempo”.
Inevitabile l’accusa di cinismo a Palazzo Chigi per galvanizzare la platea. “Il governo piazza una bandierina ideologica al giorno. E intanto sferza un attacco senza precedenti ai diritti dei bambini e delle bambine”, tuona Schlein. Prima di intonare lo stanco ritornello sul presunto insuccesso europeo del premier. “Giorgia Meloni doveva chiedere una Mare Nostrum europea anziché dichiarare guerra alle Ong. È tornata da Bruxelles con un pugno di mosche”. Bocche cucite all’uscita. Il fedelissimo Speranza davanti alle telecamere dichiara “piena fiducia a Elly sulle scelte che farà”.
“Questa elezione mi responsabilizza molto, avviene in maniera unitaria, è un bel segnale, lavoreremo insieme, ringrazio colleghi e colleghe” ha detto Francesco Boccia, parlando con i giornalisti a Palazzo Madama.
“Desidero rivolgere alla senatrice Simona Malpezzi il mio sincero apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni da capogruppo del Pd. Rimarrò umanamente legato a lei e non solo per la comune passione per l’Inter. A Francesco Boccia, infine, le mie congratulazioni e il mio augurio di buon lavoro”. Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa.
L’ex capogruppo Simona Malpezzi, sostenitrice della mozione Bonaccini, intervenendo in assemblea prima del voto, ha esordito: “Dico con franchezza e nella trasparenza che comprendo la necessità della segretaria di fare delle scelte, ma avrei preferito che la discussione avvenisse prima tra di noi che sui giornali”. La Malpezzi ha criticato la metodologia scelta per eleggere il suo successore: “La segretaria Schlein ci ha chiesto la fiducia necessaria per lavorare tutti insieme: condivido e aggiungo che questa fiducia deve essere reciproca”. Molto critica anche la senatrice Sandra Zampa che avrebbe preferito scegliere tra “una rosa di nomi”, mentre sembra ancora viva “la rappresentazione che chi ha votato Schlein è di sinistra e chi ha votato Bonaccini è ex renziano”. Una rappresentazione che, secondo la Zampa, andrebbe superata.
“Il gruppo parlamentare è il cuore dell’attività politica, la segretaria Elly Schlein ha dato una indicazione: accordo permanente fra attività del partito e attività parlamentari”. Lo ha detto il capogruppo Pd al Senato, Francesco Boccia. “Non faremo sconti a un governo che sta mettendo l’Italia ai margini. È un lavoro che facciamo con passione e dedizione – ha continuato – sapendo che tutto questo ha un punto fermo, far tornare l’Italia al centro dell’Europa. Oggi è ai margini nelle scelte che contano ed è al margine sui temi rilevanti. Per queste ragioni iniziamo un lavoro profondo che porterà risultati nelle Aule già nei prossimi giorni”.
Entro pochi giorni ho intenzione di chiudere gli assetti e tornare a costruire insieme alla nostra comunità democratica proposte politiche alternative alle destre e a parlare dei temi che riguardano la vita delle persone”, afferma la segretaria del Pd Elly Schlein all’assemblea del gruppo al Senato.
Elly Schlein, nella sua replica al termine del dibattito, ha spiegato che la decisione di puntare su Boccia e sulla Braga non è frutto di accordi segreti, ma di scelte personali. “Stiamo lavorando a un assetto complessivo ed equilibrato, rispettoso del pluralismo e dell’esito delle primarie. Per questa ragione ci stiamo sentendo spesso in queste ore anche con Stefano Bonaccini”, ha rivelato la neosegretaria, intenzionata a tornare presto” a costruire insieme alla nostra comunità democratica proposte politiche alternative alle destre e a parlare dei temi che riguardano la vita delle persone”. Alla Camera, il capogruppo uscente, Debora Serracchiani, ha posto l’accento sull’autonomia dei gruppi che “va tutelata e salvaguardata sempre anche perché rende più forte il partito”. Chiara Braga, deputata alla quarta legislatura, è espressione della corrente Areadem di Dario Franceschini e la sua elezione è stata fortemente voluta dalla Schlein che l’ha preferita sia all’ex capogruppo Debora Serracchiani sia a Simona Bonafé, due deputate che alle primarie avevano sostenuto Bonaccini.
Braga, una volta eletta, nel corso del suo intervento, ha citato l’episodio che ha riguardato Claudio Anastasio: “Mi è capitato di rifletterci in questi giorni in cui le parole di un manager di un azienda pubblica nominato dal Governo Meloni hanno cercato, inutilmente, di offendere la memoria di Giacomo Matteotti”. Parlando del deputato socialista ucciso dal fascismo, la Braga ricorda che Matteotti “si opponeva alla brutalità del regime e della violenza fascista con la forza delle sue idee, certo, ma anche con la qualità del suo operato parlamentare qui in questo palazzo. Un lavoro puntiglioso, preciso, coraggioso”.