Da ‘rottamatore’ ci ha provato in tutti i modi: cambiare la politica mandando in pensione i ‘vecchi’. Ha dato una scossa al sistema ma non ha centrato la vittoria finale: lui continua a fare il sindaco di Firenze e i veterani della politica sono quasi tutti ancora al loro posto. Ora ci riprova, vuole guidare il partito e per farlo cambia mise e si inventa una nuova forma di ‘lavoro politico’: vuole fare l’operaio che si occupa della preparazione del fondo da pavimentare e della stesura dell’asfalto. Cioè l’asfaltatore. Una mansione in cui deve essere veramente bravo visto che come lui stesso dice, durante la presentazione dell’autobiografia di Roberto Cavalli Just me, “negli ultimi 4 anni abbiamo asfaltato 132 km di strade, la più grande opera di asfaltatura in città”. E quindi “non è che cambio lavoro eventualmente continuo”. La fascia tricolore toscana mira sempre più in alto e così, conquistata la guida del Partito Democratico, vuole ‘asfaltare’ il centro destra nella prossima tornata elettorale. Ma il Pdl non ci sta ad essere ‘incatramato’ e parte all’attacco del sindaco di Firenze. “Avevamo ragione. Al di là delle dichiarazioni di facciata del suo segretario Epifani, le parole di Renzi confermano che il Pd vuole il voto più di ogni altra cosa”, tuona il capogruppo al Senato del Popolo delle Libertà, Renato Schifani. “Questo spiega i ritmi impressi alla Giunta fuori da ogni prassi consolidata e la presa di posizione del Pd sulle modifiche alle regole del voto segreto. Tanto accanimento politico nei confronti del nostro leader ha un solo obiettivo per il Partito democratico: andare alle urne il prima possibile. E Renzi lo ha fatto capire chiaramente”. Sferzanti le parole di Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl. “Il prezzo che Matteo Renzi deve pagare per diventare segretario del Pd è quello di diventare più fazioso di Rosy Bindi, più aggressivo di Dario Franceschini, più tracotante di Massimo D’Alema. C’è da dire che Renzi non fa alcuna fatica a indossare il nuovo abito che deve indossare per essere il portavoce di questa sinistra”. Mentre il capogruppo alla Camera Renato Brunetta spinge oltre il suo ragionamento. “Matteo Renzi vuole fare l’asfaltista, questo è sicuro. Finirà per asfaltare se stesso e i suoi sogni di gloria, ma intanto vuole far cadere Enrico Letta, e presto. Altro che amicizia tra i due. Il linguaggio di Renzi apparentemente trasparente, è in realtà una giungla d’asfalto di messaggi interni al gruppo di capataz del Partito democratico”. Al coro di accuse si aggiunge anche l’Udc con Pierferdinando Casini. “Ma a Renzi non viene il dubbio che se si votasse asfalterebbe l’Italia oltre che il Pdl?”.
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