Il Pdl rinuncia alle primarie, Alfano dà ragione a Berlusconi

Il Pdl correrà alle prossime elezioni, ma il candidato premier non verrà legittimato dalle primarie.  La conferma ufficiale non c’è ancora, ma  la decisione ormai è stata presa. Niente ha potuto (o forse non ha voluto) Alfano contro Berlusconi ed ha anteposto la solidità del partito alla ‘competizione interna’. E ieri al Pdl si è discusso del futuro del Partito. Tra le diverse ipotesi al vaglio, anche quella di creare un  ‘Centrodestra italiano’, ovvero un nuovo partito che nasca dalle ceneri del Pdl.   Tra le altre ‘innovazioni’, anche l’azzeramento degli attuali vertici, nuovo nome e simbolo, classe dirigente da svecchiare e rinnovare con facce fresche, niente professionisti della politica salvo rare eccezioni, una struttura più snella e un lancio secondo tutti i crismi attraverso una grande convention (prima di Natale) che però  non abbia nulla a che fare con i vecchi riti dei congressi fondativi. E  poi, ovviamente niente primarie, nonostante alcuni pidiellini storcono il naso, tra cui Giorgia Meloni.  E tra le sorprese, la possibilità di una ricandidatura di Berlusconi. In realtà il Cavaliere sta facendo un po’ di calcoli, ed aspetta soprattutto la riforma elettorale.  L’ex premier, vuole evitare soprattutto di ritrovarsi nuovamente con un partito che resti intrappolato negli stessi meccanismi che, a dire dell’ex premier, sono stati la rovina del Popolo delle Libertà . Secondo il Cavaliere, infatti,  “non basta cambiare nome e simbolo se poi gli uomini e gli schemi restano gli stessi con le stesse dinamiche” .  Ed infatti Berlusconi avrebbe proposto anche di rivoluzionare gli equilibri interni: “basta ‘quote’, basta ‘zavo’, si riparte da zero”. Ipotesi  questa che ha destato dubbi tra gli ex An (La Russa conferma che se torna Fi loro andranno per un'altra strada), ed anche gli ex Fi , che così non avrebbero più possibilità di accaparrarsi un seggio.  In merito invece allo ‘spacchettamento’ ci sono resistenze sia di una buona fetta degli ex aennini che del segretario e di molti dei 'quarantenni' fanno scendere le quotazioni della 'federazione' tra nuova Fi, Nuova An e vecchio Pdl. Il Cavaliere continua a non escludere nessuna alternativa in campo e mantiene il silenzio,  e sceglie di confidarsi solo con i più  stretti. Anche Alfano preferisce non  parlate e meditare sul da farsi per evitare fratture che minino la stabilità del partito.

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