Giorgia Meloni ne ha fatto accenno durante la visita al raduno degli Alpini in Friuli. Il presidente del Senato Ignazio La Russa vorrebbe portare la cosiddetta “mini naja” da tre settimane a 40 giorni, come il vecchio Car, è noto che Fratelli d’Italia pensa un “Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione”, un corpo di civili “periodicamente addestrati” da affiancare alle forze armate e ha già depositato due testi alla Camera e al Senato. Matteo Salvini è allineato all’alleato di governo. L’addio alla leva militare, promosso quasi ven’anni fa dall’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella, torna dunque in discussione.
A riportare in agenda l’argomento, come detto, la visita della premier Giorgia Meloni al raduno nazionale degli alpini, a Udine. “Sicuramente è un tema che si può affrontare come ipotesi volontaria, alternativa al servizio civile” – ha detto Meloni. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, riflette sull’ipotesi della leva preferendo l’idea di una “mini naja di 40 giorni”, sempre su base volontaria. Di piccola leva o “o servizio civile obbligatorio” parla anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: “per avvicinare i giovani alle istituzioni”, precisa.
Nelle ipotesi che circolano al momento si parla anche di incentivi per chi sceglie questa esperienza: punti per la maturità o la laurea; punteggio aggiuntivo per i concorsi pubblici. La Lega immagina una durata tra i 6 e i 12 mesi, con un impiego “esclusivo sul territorio nazionale” e la possibilità di pernottare a casa, per “ridurre gli oneri statali”.
Come accennato, esistono già due testi di FdI presentati alcuni mesi fa, a prima firma Antonio Iannone (in Senato) ed Edmondo Cirielli (alla Camera), che istituiscono il “Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione” (Snm). Si possono arruolare i cittadini tra i 18 e i 60 anni che “intendono concorrere alla difesa delle istituzioni, della collettività e dei beni della Patria, sul territorio nazionale e all’estero”.
La leva obbligatoria in Italia non esiste più da diciannove anni, allorché l’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella – oggi Presidente della Repubblica – ne tracciò l’abolizione. La riforma Mattarella ordinò l’addio al reclutamento di militari di leva, sostituito da personale volontario in servizio permanente. Rifporma completata da una legge successiva, la legge “Martino”, dal nome del successore di Mattarella alla guida della Difesa. Nei sei anni ci sarà una riduzione progressiva del numero degli ufficiali e dei sottufficiali.