E’ sempre più probabile che alle prossime elezioni politiche venga fuori un quadro politico caratterizzato da un’eccessiva frammentazione di rappresentanza, così come è accaduto nel 2018, dando luogo ad un lungo periodo di instabilità aggravato dagli effetti della pandemia e dal conflitto in atto tra Russia e Ucraina. Tuttavia le politiche del 2023, rappresenteranno un’occasione unica ed irripetibile per rilanciare il nostro Paese. Tra le tante insidie, quelle di natura politica sono quelle che più possono ostacolare il rilancio, perché il pagamento dei fondi è subordinato alla attuazione delle riforme e al raggiungimento degli obiettivi concordati dall’Italia con la Commissione europea. L’insidia politica a cui si fa riferimento è rappresentata dal fatto che mentre in altri Paesi, quali Francia e Germania, si è formata una maggioranza governativa abbastanza stabile e orientata al perseguimento del programma Next Generation Eu, da noi, invece, in vista delle politiche del 2023 è in atto già, di fatto, la campagna elettorale che vede alcuni partiti mostrare insofferenza verso il Governo e verso le manovre che esso sta cercando di attuare per dare il via al PNRR. Questo fa ipotizzare che nel 2023 potremmo ritrovarci una maggioranza eterogenea non più disposta a rispettare gli impegni assunti, ai quali vanno aggiunti quelli che scaturiscono dal conflitto bellico in Ucraina. Ma a voler essere pratici, il programma portato avanti dall’attuale maggioranza, sia pure con i necessari adeguamenti dovuti alle mutate condizioni economiche e sociali, è l’unico possibile anche per il futuro se si vogliono raggiungere i benefici finanziari messi a disposizione dall’UE. A questo punto i partiti, pur tenendo ferme quelle che sono le loro legittime rivendicazioni, ispirate da altrettante legittime prerogative ideologiche, devono assumere l’impegno a perseguire il programma contenuto nel PNRR. Ma è altresì necessario una nuova legge elettorale che sia in linea con le finalità da perseguire. Del resto la nostra Costituzione tra i suoi principi fondamentali contempla la libertà del legislatore di varare la legge sulla base del contesto politico, sociale ed economico. Nonostante ciò le leggi elettorali che si sono succedute nel corso dei decenni, non sono mai state in linea con le prerogative istituzionali e i mutamenti politici e sociali del tempo in cui sono state promulgate. Oggi il panorama politico è una sorta di arena in cui tutti si scontrano gli uni contro gli altri. Per porre fine a questo spettacolo poco decoroso e per nulla istituzionale, occorre che il sistema elettorale recuperi il suo ruolo di qualificazione del sistema democratico. Su questo tema tanto dibattuto, la Corte Costituzionale più volte si è espressa con severi richiami e moniti chiari ed inequivocabili. Ma i partiti sono apparsi sordi e non interessati. Ma oggi è opportuno che i vari leader politici facciano un passo indietro e si fermino un attimo a riflettere sul fatto che se riusciranno a contenere lo scontro della prossima campagna elettorale, potranno contribuire in modo decisivo alla rinascita del nostro Paese.
Andrea Viscardi