Il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. ANSA

Il presidente del Parco dei Nebrodi: ‘E’ la mafia che deve avere paura’

MESSINA. Non si dà per vinto Giuseppe Antoci, il presidente del parco dei Nebrodi vittima di un agguato mafioso tre  giorni fa:  Io non mi fermo  continuerò a fare soltanto il mio lavoro e il mio dovere. Ho riposato e dopo la fase 1, parte la fase due, dove bisogna andare avanti senza fermarsi con maggiore determinazione’.  ‘Quello che emerge è che la mafia sta rialzando la testa la ‘terza mafia’ della provincia di Messina quella dei Nebrodi, una delle organizzazione criminale tra le più antiche e pericolose’, ha dichiarato il procuratore di Messina Guido Lo Forte parlando dell’agguato a Antoci: ‘Dopo che i clan di Barcellona Pozzo di Gotto e di Messina sono stati colpiti in maniera forte anche dalle operazioni antimafia, i ‘Batanesi’ e i ‘Tortoriciani’ stanno cercando di recuperare terreno e spazi’. Esami del Dna sulle tracce di sangue trovate vicino al luogo dell’agguato e rilievi scientifici sulle due bottiglie Molotov trovate nel bosco attraversato dalla strada statale che collega Cesarò e San Fratello, nel Messinese. ‘Con l’agguato ad Antoci la mafia ha alzato il tiro, lo Stato deve reagire in modo adeguato. Propongo l’invio dell’esercito nei comuni del Parco dei Nebrodi e perquisizioni a tappeto nelle campagne come ai tempi del sequestro Moro e dei Vespri siciliani’,  dice il governatore della Sicilia Rosario Crocetta in conferenza stampa, a Palermo, sull’attentato al presidente del Parco Guseppe Antoci.  Per Crocetta non basta rafforzare la scorta ad Antoci e ai sindaci più esposti nell’area dei Nebrodi perché quello che è accaduto è un atto di guerra di altissimo livello, che non si registrava più da anni in Sicilia. Bisogna agire subito e lo Stato deve intervenire con perquisizioni a tappeto che non diano tregua alle famiglie mafiose. Da alcuni anni alla guida del Parco dei Nebrodi, Antoci ha segnalato il vorticoso giro di denaro in mano alle associazioni mafiose e qualcuno gli aveva spedito dei proiettili come avvertimento. Antoci aveva ricevuto una lettera con esplicite minacce di morte: ‘Finirai Scannato tu e Crocetta’. Questo primo ‘avviso’ gli era stato inviato nel dicembre del 2014. Composta con un puzzle di lettere incollate su un foglio a righe, la missiva è stata spedita in una busta gialla indirizzata al Presidente del Parco dei Nebrodi, a Sant’Agata di Militello (Messina). Dopo l’agguato ad Antoci è stata rafforzata la scorta.

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