Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà domani al Quirinale – si è appreso – il presidente ucraino Volodimyr Zelensky. Non è ancora stato diffuso l’orario dell’incontro.
Il possibile incontro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con Papa Francesco non è legato alla “missione di pace” di cui ha parlato il Pontefice nei giorni scorsi. Lo scrive la Tass da Roma citando “una fonte vaticana”. Secondo la fonte, Zelensky ha fatto richiesta “solo alcuni giorni fa” di essere ricevuto dal Papa nell’ambito della sua visita a Roma.
Al riguardo Kommersant annota che il mese scorso il pontefice aveva riferito di una missione di pace vaticana finalizzata a una tregua e a una conclusione del conflitto in Ucraina. Secondo il giornale moscovita, di questo tentativo “né Mosca né Kiev sanno nulla”. Kommersant ricorda come in visita a Roma fosse arrivato sempre ad aprile anche il primo ministro dell’Ucraina, Denys Shmyhal: il capo di governo aveva incontrato anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.
“Spero che comunicando direttamente e non attraverso i media il Papa e Zelensky si capiscano meglio, dopo mesi nei quali la parole di Francesco non sempre sono state ben ricevute in Ucraina”: così all’agenzia Dire Michail Wocial, salesiano di base nella città di Zhytomyr, su una possibile visita in Vaticano del presidente. In primo piano, l’eventualità che in un colloquio si affronti il nodo dell’impegno della Santa Sede in favore di una tregua tra Kiev e Mosca.
Secondo padre Wocial, però, il Papa e il presidente in missione dovranno provare a comprendersi meglio l’un l’altro. “C’è a chi nel nostro Paese non è piaciuta l’iniziativa di una via Crucis con donne ucraine e russe insieme” sottolinea il salesiano. “In tanti desiderano poi che Francesco dica in modo chiaro chi si difende e chi attacca e chi ha cominciato questa guerra”. Padre Wocial si trova a Torino da alcuni giorni, ospite dei suoi confratelli. “Sento”, dice, “il grande sostegno della mia congregazione, che rappresenta la Chiesa universale”. A Zhytomyr i salesiani gestiscono la Scuola ucraino-italiana “Vsesvit”: la parola vuol dire “universo”, la ricetta è l’incontro, anche grazie all’impegno di un sacerdote emiliano, don Giuseppe Dossetti, ispiratore di un progetto che sta continuando ad accogliere e a formare giovani nonostante la guerra.
Possibile visita lampo di Zelensky sabato a Roma per incontrare anche il premier Meloni. Non c’è l’ufficialità di Palazzo Chigi, ma la notizia parrebbe fondata. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha in agenda diverse visite in Europa.
Il premier ucraino è già stato in Finlandia e nei Paesi Bassi. Sabato e domenica è atteso in Germania, prima a Berlino per incontrare il cancelliere Olaf Scholz e il presidente Frank-Walter Steinmeier. Poi ad Aquisgrana per ricevere il premio Carlo Magno, come annunciato dai media tedeschi. In questo fitto programma potrebbe inserire anche Roma, appuntamento che al momento non viene confermato dalla presidenza del Consiglio.
Meloni aveva già invitato Zelensky a Roma. La prima volta lo scorso 21 febbraio, durante la sua visita a Kiev; la seconda volta lo scorso 26 aprile, in occasione della Conferenza di Roma sulla ricostruzione ucraina, alla quale il presidente aveva partecipato in video collegamento. In entrambe le occasioni Zelensky aveva assicurato la sua presenza a breve nella capitale italiana. “È possibile che il Papa incontri il presidente ucraino nella giornata di sabato”, fanno sapere fonti vaticane confermando l’indiscrezione di una visita romana. Al momento si tratta solo di un’ipotesi e non ci sono conferme ufficiali sull’ora e sul luogo.
Sul fronte militare, intanto, Zelensky fa sapere che l’Ucraina ha bisogno di altro tempo per preparare la tanto attesa controffensiva contro la Russia. Sottolineando che servono gli aiuti promessi dall’Occidente perché, senza quelli, ”perderemmo tanti uomini”. Quanto all’attacco dei droni al Cremlino, il premier ucraino, in un’intervista alla Bbc, si è detto convinto che si sia trattato di un’operazione sotto falsa bandiera. Condotta dalla stessa Russia per avere una “scusa” ulteriore per attaccare il suo Paese.