Un gestore di un distributore di benzina in attesa di clienti a Napoli, 25 marzo 2020. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha convocato una conference call con i presidenti delle associazioni di categoria dei distributori di carburanti per scongiurare lo sciopero annunciato. ANSA / CIRO FUSCO

Il prezzo della benzina torna a volare

Non è un buon regalo quello che gli italiani si sono trovati a scartare il primo dell’anno, un po’ come la calza della Befana piena colma di carbone il 6 gennaio. Un nuovo aumento dei prezzi del carburante in tutta la Penisola; era già stato annunciato, è vero, ma non è ovviamente bastato a “indorare la pillola”.

Soprattutto se contiamo che a fine anno questi rincari potrebbero costare 360 euro in più per gli spostamenti di ogni automobilista del Bel Paese.

Stop al taglio delle accise: paura per i rincari

Il taglio delle accise ci ha accompagnato per quasi tutto il 2022, da marzo, quando i prezzi del carburante in Italia erano saliti alle stelle e la situazione per i cittadini stava diventando praticamente insostenibile. A fine anno poi la Manovra aveva dimezzato lo sconto previsto, il taglio infatti era stato ridotto da 30,5 a 18,3 centesimi al litro, dal 1° al 31 dicembre 2022.

Questo significa che dal primo gennaio 2023 siamo totalmente scoperti da qualsiasi tipologia di misura contro il caro carburante. Una situazione che ha portato all’aumento immediato dei prezzi della benzina. Sono i cittadini stessi a dichiararlo e a postare le proprie testimonianze sui social network.

La modalità self costa meno, è ovvio, ma le segnalazioni di benzina che supera i due euro al litro anche senza essere comodamente servita sono davvero troppe. Ci sono anche casi limite di distributori tra i più cari in centro città, che vendono la verde a 2,199 euro al litro. Sui social si è aperta una sorta di caccia al prezzo più conveniente. Il malcontento dilaga, la situazione è disperata.

Sappiamo ovviamente che l’andamento dei prezzi alla pompa riflette quello delle quotazioni internazionali, che risentono delle decisioni del cartello dei Paesi produttori (l’Opec+), influenzati a loro volta dalla situazione politica internazionale (ANSA).

Assoutenti sostiene comunque che “la maggiore spesa sarà legata solo al rialzo delle accise”. E spiega: “Rispetto al prezzo medio del mese di dicembre, con i listini odierni, un pieno costa in modalità self +6,9 euro, ossia 166 euro annui in più. Non va meglio per il gasolio: sempre rispetto al prezzo medio di dicembre, un pieno costa 7,15 euro in più. Ossia +172 euro annui. Questo raffrontando i prezzi di dicembre e di oggi: ma se si considera lo stop complessivo al taglio delle accise da 30,5 centesimi, la maggiore spesa annua, indipendente dal futuro andamento dei listini dei carburanti, raggiunge +366 euro annui”. Un salasso per tutti.

I prezzi del carburante oggi

La benzina continua ad aumentare, Staffetta Quotidiana ci comunica proprio questa mattina un nuovo giro di rialzi sui listini dei prezzi consigliati di alcuni dei maggiori marchi.

Quelle che potete leggere di seguito sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio Prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico ed elaborati come sempre da Staffetta Quotidiana, rilevati alle 8 di ieri mattina (marted’ 3 gennaio 2023) su circa 15.000 impianti:

  • benzina self service a 1,806 euro/litro (+3 millesimi, compagnie 1,808, pompe bianche 1,801);
  • diesel self service a 1,868 euro/litro (+3, compagnie 1,870, pompe bianche 1,863);
  • benzina modalità servito a 1,946 euro/litro (-5, compagnie 1,989, pompe bianche 1,868);
  • diesel servito a 2,008 euro/litro (-7, compagnie 2,051, pompe bianche 1,929);
  • GPL servito a 0,788 euro/litro (-3, compagnie 0,798, pompe bianche 0,776);
  • metano servito a 2,432 euro/kg (+38, compagnie 2,453, pompe bianche 2,414);
  • Gnl 2,489 euro/kg (+46, compagnie 2,519 euro/kg, pompe bianche 2,471 euro/kg).

Le parole del Ministro Pichetto Fratin

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin dichiara a Zapping su Radio Uno Rai: “La valutazione sulla scelta di abolire le accise significa passare alla tassazione da un’altra parte. Quando è stato previsto il primo intervento sulle accise, ero vice Ministro allo Sviluppo Economico, lo abbiamo fatto perché ci rendevamo conto che sfondavamo i 2 euro. Oggi è stata fatta una scelta, una valutazione con un ragionamento sulle priorità: abbiamo fatto un intervento da 21 miliardi che riguarda il sistema delle bollette e si è ridotto progressivamente l’intervento sulle accise fino ad azzerarle, perché il prezzo rimane fisiologicamente qualcosa di sopportabile. Poi se sia giusto è difficile dirlo… Da qualche parte bisogna trovare anche il modo di riequilibrare”, lo sappiamo.

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