Alessandro Siani nelle vesti di protagonista e anche regista. Una nuova esperienza per l’attore comico napoletano con il suo “Principe abusivo”. La trama può apparire frivola, scontata, banale, fiabesca, una principessa(Sarah Felberbaum) immersa in contesti sibaritici che si innamora del plebeo napoletano (Alessandro Siani). In realtà, il tema della contrapposizione ricchezza-miseria, spontaneità-paludamenti, sciatteria-ostentazione è sempre attuale, l’intersecarsi di due mondi diversi, due poli opposti, le incursioni del micro nel macrocosmo, la sua capacità di scardinarlo, di metterne a nudo gli aspetti ipocriti, preconfezionati, protocollari. Paradigmatica la scena in cui, in un teatro stracolmo, il rozzo Antonio, con il suo linguaggio colorito e vernacolare, si alza dal suo posto per delegittimare un musicista all’opera e, mentre nella sala si alza un brusio di sbigottimento, un anziano uomo di corte, ridestatosi da un assopimento, si lascia andare così: “Fortunatamente qualcuno gliel’ha detto”. Probabilmente, se non ci fosse stato lo scanzonato Antonio, che nella fattispecie rappresentava quel genere di persone alle quali è inaccessibile partecipare ad una tale esibizione, ci sarebbero stati solo onori e applausi, ma molti fittizi e non sinceri. Comunque, si sa che nella realtà, difficilmente una principessa ha modo di incontrarsi con una persona popolana, a meno che non escogiti un disegno per favorire l’incontro e sfruttarlo come una vetrina per calcare la ribalta e strappare consensi facendo credere in iniziative di solidarietà e beneficenza. Suscitano il riso, le scene che vedono lo stravagante Antonio alle prese con le azzimate persone dell’aristocrazia, da parte sua non c’è alcuna intenzione di adattarsi al contesto, anzi, finisce per provocare danni che, se da un lato indispongono, dall’altro inducono a sorvolare purché la corte appaia generosa all’occhio della gente. Poi accade che il Ciambellano di corte, impersonato da Christian De Sica, si innamori della fruttivendola Jessica (Serena Auteri), anch’ella insediatasi nell’immenso castello, così finisce che i suoi tentativi di ingentilire Antonio, gli facciano gettare la maschera indossata per anni ritrovando la dimensione a lui più adatta. E nello stesso tempo, la principessa apprezza sempre di più la trasparenza dei sentimenti di Antonio e, dismettendo tutte le affettazioni del caso, lo segue a Napoli e, per caso, diventano i protagonisti di uno sposalizio a cui si erano recati per “scroccare”. Nonostante le recensioni non lusinghieri pubblicate su molti rotocalchi nazionali, il film ha riscosso molto successo, la curiosità avrà spinto molti ad accaparrarsi il biglietto, ma uno dei fattori che hanno reso avvincente fino all’ultimo la pellicola, sono state le battute goliardiche incastonate in contesti nei quali, nell’immaginario collettivo, risultano decisamente fuori luogo.
Maurizio Longhi