Negli anticipi, il Napoli e la Juventus l’avevano fatta da padrone rifilando dei poker rispettivamente a Chievo e Lazio. Relativamente alla sfida dello Juventus Stadium è stata una remake di quella di sole due settimane fa, valevole per la finale di Supercoppa, giocatasi all’Olimpico e in cui i bianconeri hanno dettato legge imponendosi con un netto 4-0. Stavolta, è arrivata un’altra e non meno cocente mortificazione per gli uomini di Petkovic, usciti con il morale sotto i tacchi dal catino bianconero, sembrava che il rigurgito di orgoglio con il gol di Klose, che aveva accorciato le distanze dopo la doppietta di Vidal, potesse dare maggiore equilibrio alla sfida. Invece, dopo la rete di Vucinic, c’è stata la resa biancoceleste, con Tevez che ha arrotondato il punteggio facendo sì che si raggiungesse il Napoli che nel pomeriggio, al Bentegodi di Verona, aveva fatto la voce grossa sempre con quattro gol. Però il successo azzurro è stato più complicato, visto e considerato che il primo tempo è terminato sul punteggio di 2-2, la superiorità della squadra di Benitez, portatasi due volte in vantaggio prima con Hamsik e poi con Callejon, era stata inficiata da due disattenzioni che avevano permesso a Paloschi di portare, per due volte, i suoi in parità. Ma nella ripresa, c’è stata solo una squadra in campo, un monologo dei partenopei che, ancora con una rete di Marekiaro Hamsik (quattro gol in due partite), si sono portati avanti congelando poi il match con il primo gol nel campionato italiano di Higuain. Prime due giornate, sei punti e due tabù sfatati, non male come inizio per il nuovo Napoli di Benitez, ma le amnesie in difesa palesatesi nel primo tempo, non vanno assolutamente trascurate. Dunque, le partite del sabato hanno registrato le prove di fuga di Napoli e Roma, ma già nel pomeriggio della domenica la Roma non ha fatto attendere la propria perentoria risposta. 3-0 e Verona ko. Quegli scaligeri che avevano affondato il Milan tra le proprie mura, si sono riscoperti impotenti contro una squadra, come quella capitolina, che ha mostrato smalto e concretezza. Il tris porta le firme di Pjanic e Ljajic (battesimo perfetto con la sua nuova maglia) ma ad aprire le danze è stata l’autorete di Cacciatori. Ottimo inizio di campionato per la squadra di Garcia che inizia a convincere i tifosi, per i quali inizia ad annacquarsi il terribile ricordo dell’epilogo dello scorso anno. Questo, comunque, è stato il turno in cui tutte le grandi si sono esaltate, l’Inter ha spadroneggiato in uno dei campi più difficili del campionato come il Massimino di Catania. Mazzarri sembra aver dato già una identità alla sua squadra, che eccelle soprattutto sulle fasce con Jonathan e Nagatomo, quest’ultimo ancora a segno dopo il gol al Genoa. Di Palacio e Alvarez le altre marcature. Ha gigioneggiato la Fiorentina nella Genova rossoblu, un pokerissimo che ha strapazzato la squadra di Liverani. Le doppiette di Pepito Rossi e del Panzer Gomez, più la rete dell’ottimo Aquilani, hanno incenerito i grifoni che, nonostante le reti di Gilardino e Lodi, non hanno mai tenuta botta ai viola. Troppa la differenza di qualità tra le due squadre, non c’è mai stato equilibrio in campo, troppa Fiorentina, troppa mediocrità tra le fila genoane. Più difficolta, invece, le ha trovate il Milan per superare la resistenza del Cagliari. Infatti, dopo il doppio vantaggio maturato grazie ai gol di Robinho e Mexes, la perla di Sau ha incrinato un po’ le certezze nei rossoneri che, più volte, si sono esposti al rischio del pari. Ma a chiudere i giochi e a spegnere tutte le velleità sarde, ci ha pensato Mario Balotelli con un bolide in area, una fucilata su cui Agazzi ha potuto fare ben poco. Imperiosa la goleada del Livorno sul campo del Sassuolo, la squadra che lo scorso anno ha dominato la cadetteria dalla prima all’ultima giornata, si è schiantata contro quella che è stata una delle sue inseguitrici senza mai ghermirla. Dopo la risposta di Zaza al vantaggio iniziale di Greco, si sono scatenati gli attaccanti labronici così, la doppietta di Emeghara (che conferma le sue qualità dopo l’ottima parentesi a Siena lo scorso anno) e il gol di Paulinho, hanno chiuso la pratica con un rotondo poker. L’Atalanta ha scoperto di avere in difesa i suoi bomber, infatti, la vittoria ai danni del Torino porta le firme di Stendardo (ci ha preso gusto l’avvocato napoletano) e Lucchini. Grande risposta dell’Udinese che ha piegato per tre reti ad una il Parma a cui non è bastato il primo gol di Cassano. I friulani hanno prevalso grazie a Badu, Heurtaux e Muriel. Continui botta e risposta nel pareggio tra Bologna e Sampdoria, a Eder ha risposto Moscardelli, poi a Koné ha replicato Gabbiadini per un pari pirotecnico.
Maurizio Longhi