Austin Ramzy è un americano che vive in Cina da tanti anni, precisamente nella città di Pechino dal 2007. Ramzy è un giornalista reporter inviato dal famoso quotidiano ‘New York Times’ e non aveva mai avuto problemi con il suo paese ospitante fino ad oggi. Sta di fatto che quello con la Cina non era un contratto a lungo termine e come ogni tipo di visto prima o poi bisogna rinnovarlo. Un operazione burocratica semplice, è importante solo avere le prove che il tuo lavoro necessita la tua presenza nel grande paese asiatico, dopodiché è fatta. Austin il motivo ce l’aveva e a garantire la sua indispensabilità a Pechino c’era il quotidiano americano stesso. A quanto pare, però, nonostante tutto fosse apparentemente in regola la Cina ha deciso di chiudere le porte a Austin Ramzy. Il motivo? perché il reporter non avrebbe avvertito Pechino al momento del suo passaggio dal giornale ‘Time Magazine’ al ‘NYT’. Gli USA, che subito si sono interessati alla vicenda per vederci meglio, sono arrivati alla conclusione che ci sia molto altro dietro ad un semplice permesso lavorativo negato: gli Stati Uniti sono quasi certi che Austin Ramzy abbia dovuto pagare a caro prezzo le ‘colpe’ che in teoria erano della testata per cui lavorava. Sembrerebbe ,infatti, che il NYT abbia per più volte scritto sulla potenza asiatica mettendola in cattiva luce e che si sia occupata in modo errato della questione sula corruzione alla nomenklatura. Che questa semplice vicenda si trasformi in una guerriglia tra due dei paesi più importanti al mondo? staremo a vedere.
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