Il ministro dell'Economia Giovanni Tria durante il dibattito in aula al senato sul voto di fiducia, Roma, 05 giugno 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

Il rigore di Tria e la legge di Bilancio

Ora che si inizia a ragionare della legge di Bilancio preparare in autunno, in seno al governo va trovata la quadra fra le promesse elettorali di Salvini e Di Maio – pace fiscale, flat tax, reddito di cittadinanza – ed il rispetto dei conti voluto dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, già entrato in fibrillazione coi due vicepremier sulle nomine di Cassa depositi e prestiti, cassaforte satale con cui il governo vorrebbe finanziare gran parte dei propri progetti. Lo schema si ripete nelle ultime ore e negli ultimi giorni con le dichiarazioni sulla prossima legge di Bilancio. Che è ormai al centro del dibattito politico e lo resterà, prevedibilmente, fino all’autunno.

Tria, continua a rassicurare la comunità internazionale sul fatto che l’Italia rispetta gli impegni, e dal G20 di Buenos Aires dichiara che il Governo applicherà il suo programma in quei limiti di bilancio necessari per conservare la fiducia dei mercati ed evitare l’instabilità. La crescita che rallenta, tuttavia, rende più difficile il varo di nuove e costose misure. In ogni caso: la manovra di bilancio terrà conto della necessità di iniziare l’implementazione graduale del programma di governo, ma si è anche chiarito che di fronte a un rallentamento non si faranno manovre pro-cicliche.

Quindi, il modo e i tempi in cui il programma di Governo sarà attuato, soprattutto sul fronte dei tagli alle tasse, dipenderà anche dal ritmo della crescita.

Nel gioco delle parti, il ministro dell’Interno Matteo Salvini intervistato dal ‘Corriere della Sera’ ribadisce, invece, che al centro della prossima manovra ci saranno la crescita e la pace fiscale, che ti porta soldi e non li porta via, e ti consente di avviare la flat tax. E poi la riforma delle pensioni per aprire il mercato ai giovani, che va fatta a prescindere dai numeri di Bruxelles. Dunque, il vicepremier segna la discontinuità con i Governi precedenti, cifra dell’alleanza giallo-verde, ma conferma anche l’introduzione graduale delle misure.

Come è noto, le ipotesi in campo sono diverse, ma in generale l’impressione è che da subito si pensi ad ampliare la platea delle Partite IVA con accesso al regime fiscale agevolato che prevede un’aliquota al 15%, pari quindi a quella della Flat tax. In base alle anticipazioni, l’aliquota potrebbe essere applicata a redditi fino a 100mila euro. In programma anche un avvicinamento graduale alla flat tax, con un intervento che potrebbe agire sulla attuali aliquote Irpef, rimodulandole in modo più favorevole al ceto medio.

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