Il ritorno del Cavaliere tra sconcerto e meraviglia

L’annuncio che il Cavaliere ritorni alla guida del suo partito con la conseguente rinuncia alle primarie, tanto anelate dal segretario Alfano, ha destato meraviglia e sconcerto tra le forze politiche e tra gli stessi pidiellini ex AN, che vedono quasi come una sciagura l’evento. Tanto clamore per niente. Intanto la sua decisione non incide minimamente sugli scenari internazionali, perché allo stato delle cose la PDL anche con il suo mentore non ha alcuna chance di vittoria alle prossime elezioni di primavera,mentre sul fronte interno la presenza del Cavaliere sicuramente altera l’equilibrio dell’intero schieramento partitico. Infatti, partendo dal fronte dei moderati, che fino a qualche giorno fa considerava la PDL come un territorio di conquista, un enorme serbatoio di voti da catturare e veicolare, con lo scopo di rifondare un grande polo di moderati sotto la guida di un nuovo leader, con la discesa in campo di Berlusconi, ha bisogno di rivedere tutte le strategie e tornare indietro nel tempo. Bersani maschera invece le sue preoccupazioni cercando di minimizzare l’evento con battute sarcastiche all’indirizzo del Cavaliere mettendo ancora una volta in risalto gli errori del suo Governo ed additandolo come l’unico responsabile dello sfascio del Paese. Da ciò emerge in modo chiaro che lo schieramento che si contrapporrà al centro destra vedrà schierati dalla stessa parte UDC e PD in uno al resto della sinistra(IDV,SEL ecc) ma come concilieranno le opposte posizioni ideologiche i cattolici i laici ed i non credenti è tutto un arcano ancora da svelare. D’altra parte il Cavaliere tornato al capezzale della sua creatura scatenerà una campagna mediatica senza precedenti allo scopo di arginare l’emorragia di voti al suo interno, dovuti all’astensionismo ed all’antipolitica, entrambi intercettati, negli ultimi tempi da Grillo. Quindi si profila una sfida a distanza tra Berlusconi e Grillo? Sicuramente è uno scenario tra i più probabili. Inoltre il Cavaliere è alla disperata ricerca di volti nuovi da convogliare sotto un nuovo simbolo e soprattutto con il varo di un programma economico tenterà di spiegare al Paese come uscire dalla crisi senza ulteriori sacrifici che il Governo Monti ci ha imposto, ma che allo stato non hanno prodotto alcun risultato, anzi, sembra che siamo ad un passo dal precipizio. Non a caso Berlusconi ha chiamato il Prof Antonio Martino, economista nonché uno dei fondatori di Forza Italia, introdotto da sempre negli ambienti dell’alta finanza statunitense che ha radunato un pool di super esperti di fama internazionale che dovranno preparare per Berlusconi il programma del nuovo partito e soprattutto la nuova ricetta economica. Improvvisazione, coraggio, maquillage pubblicitario, tutto quello che si vuole, un fatto è certo, il Caimano dirà ancora una volta la sua.

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