Il Servizio civile ha spento le prime 10 candeline

10 anni e non sentirli. Il Servizio civile universale provinciale ha conservato la stessa freschezza e lo stesso entusiasmo di quando, nel 2014, aveva esordito fino ad oggi. Lo conferma il gradimento di pubblico e le numerose testimonianze portate sul palco dai giovani che hanno vissuto questa esperienza o che la stanno vivendo in questi mesi. I numeri di 10 anni di Servizio civile in sintesi sono: 7.113 giovani si sono iscritti a SCUP, 66 bandi pubblici, 2.494 progetti, e 287 organizzazioni coinvolte e un dato, fra tutti, che conferma la validità di questa esperienza e cioè che in media il 70% dei giovani, ad un anno dal termine di SCUP, ha trovato un’occupazione.

Presenti all’evento, accanto alla vicepresidente Francesca Gerosa, anche la dirigente generale del Dipartimento Istruzione Francesca Mussino, la dirigente generale dell’Agenzia per la Coesione sociale Miriana Detti, la presidente del Comitato di Trento del CONI Paola Mora, il presidente del comitato provinciale Trento del CIP Massimo Bernardoni e il presidente di TSM Francesco Barone. “Oggi festeggiamo un traguardo importante, che oltre a un punto di arrivo vuole essere uno stimolo per nuove progettualità”, ha commentato la vicepresidente Gerosa.

Oggi al Teatro Sanbapolis di Trento si sono festeggiati i primi 10 anni del Servizio civile universale provinciale con un evento formativo moderato del comico, autore e regista trentino Lucio Gardin. L’Agenzia per la coesione sociale della Provincia autonoma di Trento ha promosso e organizzato un evento formativo e celebrativo, in collaborazione con TSM – Trentino School of Management, con la volontà di festeggiare un decennale assieme ai suoi protagonisti, cioè ai giovani che in questi 10 anni hanno vissuto l’esperienza di SCUP.

“Il Servizio civile per i giovani è un importante tassello che, unito ad altri, li aiuterà a costruire il mosaico della vita e del loro futuro contribuendo, allo stesso tempo, ad accrescere il benessere della nostra comunità – ha commentato la vicepresidente ed assessore alle politiche per la famiglia e per i giovani della Provincia autonoma di Trento, Francesca Gerosa –. E’ una palestra di vita dove sperimentarsi a contatto con una vera realtà professionale con i suoi ritmi, i suoi orari e la sua organizzazione interna. I giovani hanno bisogno di esperienze concrete dove acquisire competenze ed abilità, dove mettersi in gioco, dove imparare a lavorare in team e a raggiungere traguardi condivisi con i colleghi all’interno di un’organizzazione con le sue regole. Voglio condividere questo importante traguardo con tutti i colleghi dell’Agenzia per la Coesione sociale che con impegno hanno lavorato a questo progetto e ringrazio anche il dottor Malfer, ex dirigente generale dell’Agenzia e il dottor Girardi da poco in pensione che con dedizione, impegno e passione ha portato lo Scup fin qui. L’ente provinciale – ha concluso – deve ascoltare i giovani e raccogliere idee e proposte con spirito collaborativo e inclusivo per riflettere sulle sfide future e pianificare insieme nuovi progetti e strategie. Dobbiamo sostenere e lavorare insieme per migliorare sempre il Servizio civile in quanto strumento strategico per permettere ai giovani di avvicinarsi al mercato del lavoro e di intraprendere un percorso che li accompagni verso l’autonomia”.

A seguire, i giovani ospiti hanno raccontato la loro esperienza ed i valori che servono nella vita per percorrere un cammino di crescita: lealtà, spirito di sacrificio, amicizia e, soprattutto, hanno evidenziato “non avere la paura di sbagliare perché dai propri errori si può imparare. Sbagliare è un’occasione di crescita per diventare grandi”. Circa la comunione di questi valori con il mondo dello sport, sono intervenuti anche due atleti, grazie alla preziosa collaborazione del CONI di Trento: Carlo Tacchini, argento nella canoa ai Giochi olimpici di Parigi 2024, che ha ricordato quando anche lui, diciannovenne, di fronte al bivio se andare a lavorare o dedicarsi all’attività agonistica, ha scelto lo sport consapevole dei rischi ma anche delle opportunità che gli avrebbe dato. “Sono orgoglioso della strada intrapresa – ha detto – e incito i giovani oggi a non avere paura a seguire i propri sogni con impegno, tenacia e ottimismo”. Fabrizio Casal, campione del mondo di sci alpino paralimpico, ha invece parlato della sua esperienza da atleta tutor di Chiara Mazzel, una giovane 28enne con disabilità visiva: “Lavorare con Chiara mi appaga e mi ha fatto crescere sia come sportivo che come uomo. Per questo mestiere occorrono particolari doti tra cui porsi in ascolto dell’altro e delle sue esigenze, sensibilità ed empatia. Sono qui – ha concluso – per portare questa testimonianza e per sottolineare i valori dello sport che si avvicinano tanto al mondo del Servizio civile”.

Dalle testimonianze dei giovani, circa la loro esperienza di SCUP, sono emerse parole come “cambiamento, divertimento, traguardi inattesi”, “un’avventura che fa crescere, un cammino verso il futuro“ e altri hanno commentato dal palco del Teatro Sanbapolis: “SCUP sembra essere un mix perfetto di nuove conoscenze, belle sfide e qualche imprevisto che ci ha permesso di essere multitasking, più flessibili e propositivi”. I giovani hanno trovato in SCUP un’opportunità dove imparare a lavorare rispettando gli orari, i ritmi, il team e le regole delle aziende che li ospitavano.

I valori ed il significato del Servizio civile universale provinciale sono stati al centro di questo evento che, oltre a celebrare il lungo cammino passato, vuole guardare al futuro offrendo ai giovani la possibilità di misurarsi in progettualità ed attività nel mondo degli enti no profit e del terzo settore. Dall’ultima indagine curata da Ispat emergono dati interessanti circa la motivazione dei giovani verso il Servizio civile: il Rapporto rileva i motivi che spingono i giovani ad iscriversi e sono “fare un’esperienza di lavoro” per il 59,2% ed “entrare in relazione con organizzazioni e persone” per il 58,5%. Per quanto riguarda il lavoro dopo il Servizio civile, Ispat registra che l’attività lavorativa cresce con il passare del tempo (dal 58,1% all’85,5% dopo 6 mesi dalla fine del Servizio civile).

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