Il sindacato tra passato e futuro

Il 1° ottobre 1906 a Milano al termine di un congresso durato tre giorni, settecento delegati in rappresentanza di ottanta camere del lavoro e duecentomila aderenti decretavano la nascita della Confederazione Generale del Lavoro che, attraverso varie e anche drammatiche vicende storiche, è giunto sino a noi. Lo statuto indicava all’articolo 1 il motivo che giustificava la nascita della nuova organizzazione: ‘Disciplinare le lotte della classe lavoratrice’. La spinta decisiva alla creazione della Confederazione e al superamento delle vecchie Leghe era nata con il primo sciopero cittadino a Genova che confermava il consolidamento del ruolo delle camere del lavoro; quattro anni dopo il primo sciopero generale. Lo statuto all’articolo 3 indicava puntigliosamente i compiti della confederazione: la direzione del movimento operaio al di sopra di qualsiasi distinzione politica; secondare, disciplinare e coordinare ogni iniziativa in materia legislativa e condurre le agitazioni intese a rafforzare l’azione dei delegati sindacali; prendere le necessarie e opportune intese con i partiti che nel campo politico accettarono la difesa dei lavoratori.  Filippo Turati, il capo dei riformisti, al congresso del Psi di Roma appena otto giorni dopo la nascita della CgdL: ‘Non mi pare, ripeto, che ci sia bisogno di dimostrare di più che la corrente sindacalista è contro di noi, contro noi tutti, nella teoria, nella pratica, nel domani e nell’oggi… Neppure fra noi e i partiti borghesi più lontani dal nostro, neppure tra noi e i clericali, si vede mai tanta violenza di urto come fra noi e i sindacalisti, nella fraterna unità del partito’. Quella data va ricordata  per le grandi battaglie e le grandi conquiste che seguirono, a cominciare dalla giornata lavorativa di otto ore, al lavoro femminile e minorile che cominciò ad essere disciplinato in maniera un po’ più civile. È  curioso che oggi il Cnel venga liquidato nell’indifferenza generale dopo essere stato per i costituenti del dopoguerra, soprattutto per quelli di sinistra, una grande conquista, un elemento caratterizzante della prima Carta democratica. Il sindacato, le forze sociali in generale hanno pesanti responsabilità avendo annegato nell’ordinaria amministrazione e nel semplice tirare a campare un organismo che in questa fase di crisi avrebbe potuto partecipare costruttivamente alla progettazione di quel mondo produttivo del futuro.

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