Il sindaco Fabio Roccuzzo contro la legge regionale che prevede contributi solo ai Comuni in difficoltà finanziaria con meno di 25mila abitanti

“Quanto accade in Sicilia ha dell’incredibile. In una terra dove i sindaci sono costretti a ogni gesto impopolare per risanare i bilanci dei propri Comuni e per fare fronte all’erogazione dei servizi ai cittadini, in una regione in cui si registrano 73 Comuni in dissesto finanziario su 391 e 40 Comuni in piano di riequilibrio, in cui dunque un Comune su tre è strutturalmente deficitario, la Regione siciliana, in modo tardivo e senza una norma strutturale, a differenza della Regione Sardegna, decide di destinare 37 milioni di euro per sostenere i Comuni in difficoltà finanziaria, individuando, quali Comuni in dissesto beneficiari del contributo, esclusivamente quelli con una popolazione inferiore a 25mila”. Lo afferma il sindaco di Caltagirone Fabio Roccuzzo. “Tutto ciò – sottolinea il primo cittadino – viene sancito dalla Legge regionale n. 25 del 12 agosto 2024, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 40 del 6 settembre 2024. All’articolo 1 vengono previsti contributi agli enti locali per i piani di riequilibrio finanziario e per contenere il peggioramento del disavanzo di amministrazione e all’articolo 2 viene previsto un contributo ai Comuni in dissesto finanziario con popolazione fino a 25mila abitanti. Caltagirone, dove mi è stato lasciato in eredità un dissesto finanziario con un disavanzo di 63 milioni di euro e una massa passiva non ancora chiusa di 35 milioni di euro, al pari di altre città siciliane, rimane ingiustamente e immotivatamente fuori da ogni aiuto della Regione. Non è accettabile che esistano <figli e figliastri>. I miei concittadini hanno il diritto di ricevere gli stessi aiuti di ogni altro cittadino siciliano e non possono essere penalizzati perché la dimensione demografica dall’ultimo censimento è pari a 35.827 abitanti”. Secondo il sindaco calatino “c’è un tema drammatico, che Anci Sicilia ha posto al Governo regionale, ovvero il collasso finanziario di un terzo dei Comuni siciliani, che non può essere affrontato con iniquità e improvvisazione. Serve una norma quadro, che valga per tutti, nessuno escluso, che consenta con gradualità ai Comuni in dissesto di uscire dalla difficoltà finanziaria, anche attraverso un adeguato aiuto della Regione. Rivendico attenzione verso Caltagirone e tutti i Comuni in dissesto che hanno una popolazione superiore a 25.000 abitanti, rivendico il diritto della mia comunità, che vive drammaticamente il secondo dissesto in poco più di dieci anni, di disporre di strumenti utili ad attenuare gli effetti del dissesto, che contemplano aumenti al massimo dei tributi e forte contrazione della spesa”. Infine, la richiesta di inversione di rotta: “Chiedo al presidente Schifani di fare il garante di tutti i cittadini siciliani, anche di quelli di Caltagirone. Non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, esistono i cittadini siciliani. La Regione intervenga immediatamente per porre rimedio a questa gravissima disparità di trattamento, oppure, ancora una volta, verrà sancito il principio scorretto dell’utilizzo distorto delle risorse pubbliche, al pari di quanto già accaduto per le spese del turismo e dello spettacolo, ambito nel quale in tre anni, da sindaco di Caltagirone, Città Patrimonio dell’Umanità, a fronte di numerose richieste, non ho avuto concesso alcun contributo”.

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