Al Teatro Trifiletti di Milazzo, giovedì 18 maggio, alle 21, ha debuttato l’Opera Musicale “Il Tempo delle Cattedrali” prodotto dall’Associazione “Blue Notes” E.T.S. del presidente performer Davide Borgia. Lo spettacolo, firmato dal regista Daniele Maisano e dal coregista Davide Borgia, è tratta dal famoso romanzo di Victor Hugo, “Notre Dame de Paris”, trasportato in musical da Riccardo Cocciante, Luc Plamondon e Pasquale Panella.
Assistendo allo spettacolo si vedranno nove attori sulla scena che, insieme al corpo di ballo, ci porteranno nella Parigi del 1482, facendoci rivivere gli amori, le passioni, i tradimenti e gli intrighi dei personaggi.
Parlando dell’Opera Musicale ‘Il Tempo delle Cattedrali’, scorrendo gli interpreti e i personaggi presenti sul palco, mi soffermo sul ‘folle’ sacerdote, Frollo, interpretato da Antonio Adorno, e su Fulcanelli, pseudomino di un alchimista del XX secolo ‘, la cui identità non è mai stata accertata. Lo pseudonimo utilizzato è formato dall’unione delle parole Vulcano ed Helio, due elementi che rimandano ai fuochi alchemici. Fulcanelli riuscì a compiere l’Opera Alchemica in tarda età, quando era ormai ultrasettantenne. Ovviamente parliamo della trasformzione del piombo in oro, ovvero del compimento della Grande Opera e della Piccola Opera, che si traduce in una modifica sostanziale, anche fisica, di chi riesce a compierla. Ovviamente mi fermo qui, visto che non siamo a scrivere un trattato alchemico ma a commentare un’opera teatrale. Da sottolineare che a Fulcanelli riuscì, secondo testimonianze, a modificare in oro una tavola di metallo volgare. Di Fulcanelli sono scomparse le tracce. Frollo, prete intellettuale, molto avido di potere, è posto sul confine tra alchimia e religione, affascinato dalla zingara Esmeralda, verso la quale manifesta atteggiamenti di gelosia e possesso, Adorno è perfetto nel rendere la passione di Frollo, davanti alla zingara, ormai dietro le sbarre, con un canto, doloroso e sofferto, che gli brucerà l’anima. Serena Perdichizzi interpreta Esmeralda, giovane zingara che sperimenta sulla scena le sfumature dell’amore. L’opera, interamente cantata, come detto, è stata realizzata dall’Associazione Musicale “Blue Notes” e portata sulla scena, nei teatri e nelle scuole della provincia, sin dal 2019. Un progetto cresciuto nel tempo e che continua a evolversi grazie alle competenze e al talento di tutto il cast. Davide Borgia, anima del progetto, è impegnato a dare voce e corpo al personaggio di Febo, scisso tra due amori diversi. Daniele Maisano rende drammatico il personaggio Quasimodo, mentre Giulia Cacace, interpreta Fiordaliso, promessa sposa di Febo. Salvatore Cappellano interpreta Clopin, capo degli zingari, mentre Francesco Cucinotta è la voce del poeta Gringoire, che si esibisce con il famoso brano ‘Il Tempo delle Cattedrali’, che dà il titolo all’Opera Musicale della ‘Blue Notes’. Cucinotta afferma: ‘Nonostante io per lavoro sia ovunque, il mio impegno per questo spettacolo è totale. Nel tempo il personaggio è maturato con me, dal punto di vista vocale e psicologico. Gringoire ha diverse sfaccettature ed è molto interessante, anche se si tende di più a osservare Quasimodo, Esmeralda, Frollo e Febo. Posso dire di aver fatto un lavoro molto profondo, sono riuscito a individuare quali aspetti di me potessi inserire nel personaggio’. Davide Borgia, Vocal coach e interprete di Febo sottolinea: ‘Oltre alle rielaborazioni coreografiche e di regia, ci sarà una modifica importante, che accenno senza svelarla del tutto perché non voglio togliere l’emozione e il piacere allo spettatore. Gringoire sarà sulla scena non soltanto all’inizio ma anche in chiusura. Questa è una differenza rispetto al musical ma è un omaggio allo scrittore Victor Hugo’. I protagonisti, lavorando sulla tecnica vocale e sull’interpretazione, hanno tirato fuori l’anima del personaggio inerpretato. Le coreografie sono curate da Silvia Scotto per il corpo di ballo formato dalle ballerine Aurora Gullì, Martina Archontidis, Sharon Mazzeo, Giulia Gaipa, Nina Santangelo, Alessia Urso, Elison Gasparro. Sulla scena anche le guardie interpretate da Emanuele Mandanici e Alberto Liga. Costumi Silvia Fucile.
Notre-Dame de Paris (Notre-Dame de Paris. 1482), noto anche come Nostra Signora di Parigi, è un romanzo storico di Victor Hugo, pubblicato nel 1831, quando l’autore aveva 29 anni. Fu il primo grande successo dello scrittore francese: venne infatti immediatamente accolto con grande favore, superando la censura del tempo. Il titolo fa riferimento alla celeberrima cattedrale di Parigi, uno dei luoghi principali dove è ambientato l’intreccio, cuore della Parigi basso medievale, al tempo del re Luigi XI di Francia, nel 1482. Il romanzo inizia con una breve prefazione in cui Victor Hugo racconta di aver trovato nel recesso oscuro di una delle torri, durante una sua visita all’interno della cattedrale, una parola greca in lettere maiuscole incisa profondamente a mano nella pietra, con i tratti tipici della grafia gotica medievale: ANAΓΚΗ. La parola greca – che poi dice scomparsa – sarebbe Ananke, nome con cui si identificava nella religione greca antica la dea del destino, della necessità inalterabile e del fato. Così Hugo intende evidenziare che anche i personaggi del suo romanzo sembrano obbedire ad un destino ineluttabile e drammatico.
Roberto Cristiano