Il terrorista di Bruxelles sbarcò a Lampedusa. Meloni: ‘Bisogna fermare gli sbarchi’. Piantedosi: ‘Attenzione alle infiltrazioni terroristiche nelle maglie dell’immigrazione’

Giorgia Meloni intervenendo alla videoconferenza straordinaria del Consiglio europeo, convocata dal presidente Charles Michel, sull’attacco di Hamas a Israele, sottolinea con forza il forte rischio di infiltrazioni terroristiche nelle maglie dell’immigrazione. Lo dimostra la storia dell’attentatore di Bruxelles che  ha ucciso due cittadini svedesi.
“L’uomo sbarcò nel 2011 illegalmente in Italia, a Lampedusa, come già successo per altri attentati in passato. Per questo – dice la premier –  ho più volte cercato di accendere i riflettori su fatto che l’immigrazione di massa può portare a gravi rischi anche per la sicurezza in Europa. Quindi non deve esserci più spazio per titubanze, ne va della sicurezza dei  cittadini europei”. Nessun dubbio sull’attacco sferrato da Hamas: “È  volto a impedire il processo di normalizzazione avviato con gli Accordi di Abramo. Ed è una trappola in cui bisogna evitare di cadere”. Il presidente del Consiglio poi ha acceso i riflettori sul ritorno inaccettabile di forme di antisemitismo.

“Alla luce della situazione europea, con manifestazioni che incitano all’odio contro Israele e guardando ai tragici attentati di Francia e Belgio, occorre condannare con forza e fermezza ogni forma di antisemitismo. Compreso – ha chiarito Meloni – quello di matrice islamica, per troppo tempo sottovalutato”. Intervenendo alla videoconferenza straordinaria del Consiglio europeo la premier Giorgia Meloni si è detta “profondamente colpita dall’efferatezza delle immagini e dal tentativo di Hamas di disumanizzare i cittadini israeliani”. Dalle immagini è emerso – ha detto  “un grado di violenza che  fa pensare a una strategia voluta per spingere Israele a una fortissima reazione che possa ricadere anche sulla popolazione civile palestinese. Ricompattando così l’opinione pubblica araba contro Israele”.

Oltre alle reazioni sul fronte militare che non mancheranno, Meloni invita a ragionare su soluzioni a lungo termine. E a riprendere “la visione due popoli e due Stati. Che abbia come presupposti il riconoscimento reciproco e il diritto di Israele all’esistenze e all’autodifesa”. Nel pomeriggio Meloni ha avuto un incontro a Palazzo Chigi con il  re del Bahrein, Hamad Bin Isa Al-Khalifa. “Durante il confronto – informa una nota del governo – sono stati affrontati gli ultimi sviluppi della crisi in Medio Oriente. Approfondendo in particolare le possibili iniziative per evitare l’allargamento del conflitto in corso e favorire la soluzione dei problemi umanitari più urgenti. Il colloquio ha rappresentato anche un’occasione per uno scambio di vedute sulla necessità di rilanciare un orizzonte politico con le legittime Autorità palestinesi per il processo di pace israelo-palestinese”.

”Uno dei principali fattori scatenanti dei flussi è costituito dai conflitti armati. E in questo momento, come noto, alle porte dell’Europa ce ne sono due. La guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese. Entrambi incerti e suscettibili di provocare un impatto sulle dinamiche dei flussi. Senza dimenticare che il conflitto in Medio Oriente reca con sé anche il rischio di innescare radicalizzazioni islamiste. Come solo pochi giorni fa è avvenuto in Francia con l’assassinio di un insegnante da parte di un fanatico islamista. E ieri sera a Bruxelles con l’uccisione di due cittadini svedesi”. Così il  ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’informativa alla Camera sull’emergenza sicurezza e migranti, anche alla luce delle gravi crisi internazionali. Nei giorni scorsi alcuni tribunali non hanno convalidato i provvedimenti di trattenimento di alcuni migranti, assunti sulla base delle nuove norme adottate dal governo. Ne prendiamo atto – dice ancora il titolare del Viminale – con quel rispetto pregiudiziale, in senso letterale, che si deve alle decisioni giudiziarie. Ma il governo impugnerà tali decisioni nella ferma convinzione, avvalorata dalle valutazioni dei nostri esperti e dalle continue interlocuzioni che sto avendo a Bruxelles, che le norme in questione siano pienamente coerenti con la cornice giuridica europea e con la Costituzione. Abbiamo varato un programma per l’incremento dei centri per i rimpatri per la cui realizzazione chiediamo che l’Unione europea ci supporti con risorse finanziarie straordinarie”. Si tratta – ha chiarito nell’Aula di Montecitorio – di strutture che tornano a beneficio dell’intera Unione e “i cui oneri, quindi, non è ragionevole che siano sostenuti dai soli Stati maggiormente esposti agli arrivi. La presenza delle Ong continua a costituire un catalizzatore dei flussi attraverso il canale di Sicilia – ha detto ancora Piantedosi – sebbene gli interventi normativi in materia di gestione dei flussi migratori abbiano sensibilmente contribuito a disciplinarne le attività”. Dalle informazioni acquisite dai migranti, infatti, è emerso che i trafficanti tendono a sovraccaricare le imbarcazioni e a rifornire le stesse di una quantità minima di carburante, in previsione dell’intervento delle navi Ong presenti nelle acque del Mediterraneo centrale’’.

Infine il ministro dell’Interno ha giudicato positiva la prospettiva di missioni navali Ue nel Mediterraneo:  il governo sarà attento a che le nuove missioni non riproducano i modelli delle precedenti esperienze europee. Che, di fatto, prevedevano lo sbarco degli immigrati sempre e solo in Italia”.

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