Il triangolo no, non l’avevo considerato… Si potrebbe vedere…si potrebbe inventare…si potrebbe rubare… Lui chi è, lui chi è, lui chi è già è difficile farlo con te… Mollalo! Il triangolo no, non l’avevo considerato… d’accordo: ci proverò, la geometria non è un reato, garantisci per lui…Il testo della canzone di Renato Zero mi fa pensare al magico “triangolo” che unisce il Berlusca a Scaiola e Dell’Utri. Scajola contattato da Amin Gemayel, presidente libanese e leader falangista, per occultare in Libano il Matacena. Passaggi di danaro, l’uso della scorta come fosse un taxi e messo a disposizione di Chiara Rizzo, il possesso di un cellulare intestato al Dipartimento di pubblica sicurezza. Ma Scajola non era più ministro ed io naturalmente mi chiedo per quale arcana ragione avesse ancora una scorta a disposizione? Arcani misteri. Il mollalo del triangolo mi fa pensare con divertimento a Giovanni Toti, che non volle la candidatura di Scajola e molto probabilmente avrà detto al presidente di Forza Italia: “Mollalo, dobbiamo riconquistare la fiducia dei cittadini…”. E Scajola fu avvedutamente mollato. Singolare anche la presenza di Vincenzo Speziali, che vive e lavora in Libano da un decennio ed ha sposato la nipote di Amin Gemayel, che fissò un appuntamento all’Ambasciata libanese con Scajola. Parliamo di una telefonata intercettata. Speziali che è coinvolto, secondo la ricostruzione dei pm, anche nella vicenda di Dell’Utri pronto ad andare in Libano, cosa di fatto avvenuta, precedentemente alla Sentenza della Cassazione che lo ha condannato a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli avvocati di Dell’Utri annunciano per questo un ricorso a Strasburgo. Massimo Krogh, si lascia sfuggire questa dichiarazione: “Dell’Utri è un uomo provato da venti anni di indagini. Non condivido la sua iniziativa, ma dopo così tanto tempo può aver perso la testa e commesso una stupidaggine…”. Stupidaggine che sarebbe l’avveduta e scaltra decisione di rifugiarsi in Libano. Attualmente il bel Marcello è ricoverato nell’ospedale Al-Hayat di Beirut Sud, dove è stato trasferito il 16 Aprile scorso per vigilare su una operazione di angioplastica. Ma per adesso non è detto che la magistratura libanese ed il Ministro della Giustizia di Beirut accolgano la richiesta di estradizione. Il tallone d’Achille è la congruità del reato, non comparabile con un analogo reato previsto nel codice penale libanese. In Libano il reato non c’è! Il mandato d’arresto scade lunedì e gli avvocati potrebbero chiedere la liberazione per l’inaccettabilità della richiesta italiana in violazione del Trattato. Silvio Berlusconi dal canto suo ha trascorso la sua prima giornata da volontario assistendo malati di Alzheimer, ed ha affermato: “Ho visto la sofferenza con i miei occhi. L’ho toccata. L’ho accarezzata. Ma mentre io mi occupo degli altri, dei malati e degli anziani alla Sacra Famiglia, sono vittima di aggressioni che non merito”. E giù con considerazioni amorevoli su Dell’Utri, l’amico di sempre, che è stato crocifisso ingiustamente. Lui ne sa qualcosa di “queste pratiche di Stato totalitario…”. Parole sempre sue quando dice: “Assurdo mandare Scajola in carcere, ha soltanto aiutato a trasferire un amico già in esilio…”. Nulla di nuovo sotto il sole di maggio…
Cocis