La terza classe di beni in ordine di rilevanza posseduta dal Vaticano è costituita da capitale di fondazione e di controllo di banche, o più specificatamente del sistema finanziario globale nel suo complesso.
In qualità di più grande e dominante detentore di ‘capitale’ (metalli preziosi, terre ottenute in base alle Bolle Papali, oltre a schiavi/servi) per oltre 1600 anni, la storia della Chiesa Cattolica Romana e la storia dei suoi interventi orientati a permettere l’utilizzo delle proprie riserve di capitale per finanziare la crescita economica rappresentano in effetti l’essenza stessa della storia del sistema bancario e della finanza globale.
La ragione per cui tale ovvia relazione non è ben compresa, nè in generale molto discussa, ha due giustificazioni principali: 1. la tradizionale relazione di ‘odio-amore’ del Vaticano nei confronti delle banche e delle attività riconducibili ai prestiti di denaro; 2. il deliberato occultamento dell’enorme ricchezza in conto capitale della Chiesa Cattolica, che è stato realizzato utilizzando il sistema bancario nel corso degli ultimi 200 anni.
La comprensione della relazione tra la Chiesa Cattolica e le banche permette di rendersi conto di una serie di ramificazioni che sono tanto storiche quanto politiche, ed è inoltre in grado di evidenziare la complicità delle banche in periodi di grande instabilità politica ed il loro impegno costante nell’opporsi a normative orientate alla trasparenza ed all’equità.
La storica relazione di ‘amore-odio’ tra il Vaticano e le banche
La Chiesa Cattolica Romana è sempre stata in una posizione tale da dominare il mercato globale e la finanza.
In ogni caso, la relazione tra il Vaticano e l’attività bancaria non è mai stata paragonabile a quelle sviluppate per altre classi di beni, almeno fino alla fase in cui prese il via il controllo Gesuita sulla finanza a partire dagli anni ’90 del Settecento. Per molti versi, la condotta storica della Chiesa Cattolica sino ad allora era stata invece quella di impegnarsi deliberatamente nel limitare la crescita dell’attività bancaria.
Una spiegazione apparentemente storica, eppure errata, è quella in base alla quale si afferma che la Chiesa Cattolica considerasse il ricorso alla pratica dell’applicazione degli interessi sul debito e l’usura stessa come un terribile peccato. Data la consistentemente ininterrotta linea di elevatissima immoralità e di atti abominevoli compiuti dai Papi e dai rappresentanti della chiesa, una spiegazione tanto fasulla appare assolutamente infondata.
Quando i Papi hanno permesso un limitato esercizio dell’attività bancaria, il risultato è sempre stato una quasi istantanea crescita economica in Europa e nel mondo, come quella verificatasi nel XIII e XIV secolo. Un’indicazione del fatto che la Chiesa aborrisse l’attività bancaria sarebbe inoltre indicata dallo smantellamento sistematico del Sistema Templare affermatosi tra il 1100 e il 1300, un sistema fondato sulla possibilità di scambiare la moneta locale con una promessa di pagamento che avrebbe potuto essere ‘incassata’ presso ognuno dei loro castelli. Fu soltanto con i trafficanti Gesuiti e Inglesi di schiavi, di droghe e di spezie del XVII secolo che tale sistema fece la sua ricomparsa.
Data la garanzia potenziale, per il Vaticano, di incrementare sostanzialmente la propria ricchezza agevolando l’utilizzo delle sue vaste risorse in conto capitale per favorire la crescita economica, è chiaro invece, alla luce della sua effettiva condotta, che al contrario di quanto avveniva per l’oro e il denaro in generale, la chiesa non vedesse la crescita economica in sè come un obiettivo politico rilevante.
In secondo luogo, la connessione Ebraica, spesso accusata del fasullo contenzioso relativo all’usura, è decisamente assai più ragionevole quando si fa riferimento alle antiche famiglie Sadducee che hanno contribuito alla creazione del Cristianesimo, trattandosi di banchieri all’opera sin dall’antichità, rappresentati come infidi anche nell’episodio che vede Gesù nel tempio alle prese con i ‘cambia-valute’.
Non sorprende quindi che le famiglie che hanno contribuito a creare il network bancario operativo a livello globale a partire dal XVII secolo, e che nel tempo hanno acquisito il controllo delle banche del Regno Unito e della finanza mondiale, siano state in massima parte famiglie ebraiche. Per molti aspetti, la menzogna relativa alla cosiddetta ‘usura’ ha rappresentato semplicemente una copertura per nascondere una relazione (Chiesa Cattolica Romana/Ebrei) piuttosto difficile da spiegare altrimenti.
I Gesuiti e il Sistema Finanziario Globale
Dato che oggi l’effettiva ricchezza e la posizione dominante a livello globale della Chiesa Cattolica Romana è così ben occultata dietro una fittissima rete costituita da centinaia di migliaia di fiduciarie, compagnie, partecipazioni incrociate, normative e procedure segrete (segreto bancario), ogni approfondimento riguardante il controllo completo esercitato dalla Chiesa Cattolica sul sistema finanziario globale risulta difficile da affrontare senza rischiare la propria credibilità.
Automaticamente, la naturale reazione del pubblico è quella di classificare tali argomentazioni come ‘teorie cospiratorie’. In verità, il sistema finanziario che conosciamo oggi, e la stessa economia mondiale odierna, non esisterebbero se non fosse stato per gli eventi che hanno visto in un primo tempo la soppressione dei Gesuiti, e successivamente una guerra che ebbe come risultato l’omicidio di due Papi prima che i Gesuiti stessi ottenessero un trattato durevole dal 1814 in avanti, oltre che la ricostituzione del proprio ordine, il più potente della storia della chiesa.
Al contrario degli avari Papi, i Gesuiti vedevano nell’enorme ricchezza della chiesa un ‘asset’ strategico che poteva essere utilizzato fondamentalmente per fomentare rivoluzioni, finanziare guerre, manipolare governi e sconfiggere i propri eterni avversari non-Cattolici.
Quindi, al contrario dei Papi isolazionisti, i Gesuiti avevano compreso il potere ed il successo potenziale insito nell’utilizzo degli affari e della finanza per garantirsi influenza, anche grazie alle relazioni che con incredibile successo avevano sviluppato con il Giappone, e con altre aree dell’Asia, con la Russia e nell’ambito delle Americhe.
I Gesuiti ebbero esperienze dirette con i pionieri del moderno sistema finanziario, i Protestanti Inglesi del XVII secolo, che rappresentarono un caso di rilevanza storica assoluta in riferimento al potere della finanza nell’accelerare la rapida espansione di un Impero.
Le banche, ed in particolare le banche private, rappresentavano inoltre un potentissimo strumento utile a raggiungere obiettivi strategici, ed erano inoltre in grado di garantire un meccanismo efficace per occultare la ricchezza del Vaticano, tanto dal Papa (dal quale in un primo tempo fu sottratta) quanto da altre forze.
Nelle banche, e nella connessa creazione di una rete finanziaria globale, i Gesuiti individuarono per la prima volta un mezzo tramite il quale avrebbero potuto letteralmente giostrare utilizzando due o più schieramenti l’uno contro l’altro, senza che nessuno potesse dimostrarsi più saggio, ad esclusione dei banchieri naturalmente, ed allo stesso tempo guadagnare denaro finanziando i conflitti stessi.
In passato, i Gesuiti si erano concentrati soprattutto sull’assassinio e sull’influenza da esercitare all’interno delle corti, ambedue condotte con grande rischio per sè stessi a livello personale. Ma nella costruzione della rete finanziaria globale, ed alleati con famiglie a loro leali, furono loro stessi a porsi in lega con le antiche famiglie nobili Ebraiche che avevano contribuito alla creazione del Cristianesimo, da quel punto in avanti i Gesuiti hanno effettivamente dato il via ad una serie di terribili guerre senza mai rischiare una implicazione diretta.
La questione essenziale di cui rendersi conto è la successione delle date relative alla fondazione delle singole banche ed il senso da attribuire agli eventi che si verificarono in quelle specifiche fasi. La prima fase è caratterizzata dalla fondazione di banche ad opera dei Protestanti Inglesi nella fase finale del XVII secolo. Tale periodo storico denota un momento fondamentale nell’architettura economica della prima fase dell’Impero Britannico.
La seconda fase riguarda la serie di banche fondate in Olanda e in Svizzera appena prima dell’espulsione dei Gesuiti, intorno al 1767, da Portogallo, Francia, Italia e Spagna.
La terza fase è rappresentata dalla serie di banche fondate successivamente alla soppressione dei Gesuiti, nella fase delle guerre da loro condotte contro il Vaticano e i Papi dal 1773 al 1818. Si trattò di banche fondate negli Stati Uniti, in Svizzera, in Germania e nel Regno Unito.
Quest’ultimo gruppo di banche, creato nel corso della Guerra Vaticano-Gesuita, rappresenta probabilmente il novero di banche più storicamente influente, segreto e politicamente rilevante di tutta la storia umana. Nel tempo, ognuna di queste ultime è stata soggetta ad una serie infinita di accuse quali aver finanziato guerre, aver contribuito attivamente alla commissione di crimini contro l’umanità, essersi macchiata di alto tradimento e di essere impegnata nel riciclaggio di denaro sporco.
La Darier Hentsch & Cie Bank (1796, Svizzera) fu la banca che, guarda caso, finanziò Napoleone nelle sue Guerre Europee che videro gli Stati del Papa e l’influenza del Vaticano ridotti al minimo.
Il Gruppo Rothschild (1800, Germania) è ben noto per aver improvvisamente acquisito enormi ricchezze, quasi da un momento all’altro, per procedere successivamente al finanziamento di numerose Guerre Europee, di Guerre in Asia, oltre che al finanziamento della Prima Guerra Mondiale.
La Barings Bank (1802, Regno Unito) è ben nota per aver organizzato l’acquisto della Louisiana (dalla Francia) da parte degli Stati Uniti mentre Napoleone era impegnato nella sua guerra contro la Gran Bretagna.
La City Bank di New York (oggi Citibank) (1812) è ben nota per aver contribuito a finanziare il fronte Nordista nel corso della Guerra Civile, il coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, gli affari degli Stati Uniti nella Germania Nazista e il coinvolgimento degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale.
La J. Henry Shroeder Bank (1818, Germania) è ben nota per essersi dimostrata in pratica l’unica banca di riferimento per i Nazisti.
Se consideriamo le principali 20 banche del mondo, oggi, più della metà hanno avuto origine nel periodo che va dal 1760 al 1860, fase che vide i Gesuiti impegnati ad utilizzare con profitto le enormi ricchezze della Chiesa Cattolica in tutte le parti del globo, con principali afflussi di denaro in direzione degli Stati Uniti.
In riferimento alle banche private, nel 1986, il valore complessivo delle attività da esse detenute veniva dichiarato in circa 4.300 miliardi di dollari statunitensi. Nel 1997, quella cifra si era più che raddoppiata fino ai 10.000 miliardi di dollari. Soltanto nel 2000, quella cifra ha raggiunto i 13.600 miliardi di dollari, e sta continuando a crescere ad un tasso del 30% all’anno. L’attuale stima riferita al valore complessivo delle attività in termini di depositi detenuti dalle banche private è intorno ai 17.000 miliardi di dollari.
Nessuno potrà attribuirvi colpe se sceglierete di fuggire via e di non far nulla con le informazioni che avete letto su questo sito. Chi può accusarvi del fatto che pensiate al vostro lavoro, ai vostri amici e alla vostra casa? Alla fine la scelta è soltanto vostra.
Continua…
Argo Fedrigo