La dichiarazione dell’immunologa Antonella Viola ha scatenato il dibattito sui danni alla salute dell’alcol, anche in quantità moderate
L’immunologa Antonella Viola sconfessa il vecchio adagio secondo il quale un bicchiere di vino a tavola “fa bene al cuore”, e infiamma il dibattito. Il commento della ricercatrice riguardo all’equiparazione in Irlanda dell’alcol alle sigarette, con il via libera da parte dell’Ue, ha fatto scalpore: “Chi beve ha il cervello più piccolo”, ha dichiarato la docente dell’Università di Padova, scatenando le reazioni sul web.
Il vino fa male e chi beve ha il cervello più piccolo? Il commento di Antonella Viola
La ricercatrice ha appoggiato l’introduzione da parte del governo di Dublino delle etichette con le avvertenze sui danni alla salute anche sulle bottiglie di alcolici, come per le sigarette (qui avevamo parlato della dicitura che preoccupa l’Italia mentre qui abbiamo parlato della stretta del ministro Schillaci sulle sigarette).
Un decisione definita “giustissima” dalla professoressa Viola “bisogna far sapere che l’alcol è incluso nella lista delle sostanze cancerogene di tipo 1, come amianto e benzene. È chiaro il legame tra il consumo di alcol, e non solo l’abuso, e i tumori al seno, del colon-retto, al fegato, all’esofago, a bocca e gola“, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.
La biologa ha spiegato che l’effetto cancerogeno dell’alcol si può sviluppare anche con un consumo moderato e che quindi è falso il detto che il vino fa buon sangue e oltre alla possibilità di “alterazioni metaboliche che si riflettono a livello cardiochirurgico e causare seri danni all’intestino” uno o due bicchieri al giorno possono alterare anche le componenti della struttura cerebrale.
Il vino fa male e chi beve ha il cervello più piccolo? Il parere degli esperti
Dichiarazioni che hanno acceso il dibattito anche tra i colleghi, divisi tra chi sostiene la tesi della professoressa Viola e chi fa delle distinzioni.
“L’alcool è una sostanza tossica come tutte le cose che ingeriamo, però la quantità è determinante, due bicchieri al giorno non sono pochi, significa arrivare fino a quattordici bicchieri alla settimana e a sessanta al mese. Non è una quantità modica” è quanto sostiene Claudio Bilato, primario della Cardiologia di Arzignano nel Vicentino, che sempre sul Corriere, sottolinea le proprietà organolettiche del vino e l’effetto benefico di un aperitivo con gli amici una volta a settimana.
Della stesso avviso anche, Fabio Farinati, primario di Gastroenterologia e direttore della Scuola di malattie dell’apparato digerente dell’Università di Padova, così come Giovanni Addolorato, Direttore della UOC Medicina Interna 2 e Patologie Alcol correlate, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, che su Repubblica ricorda che sì, non esiste un rischio zero associato al consumo di alcol, ma che “un adulto in buone condizioni fisiche può bere moderatamente: per la donna un drink e per l’uomo due drink divisi ai pasti rappresentano una quantità a basso rischio per la salute”.
Il professor Addolorato è però d’accordo con Viola sul fatto “che sia assolutamente lecito apporre sulle etichette delle bevande alcoliche venga riportato l’avviso che bere fa male, perché non si tratta di un’ipotesi: l’alcol costa 2,8 milioni di morti all’anno nel mondo“.
Il vino fa male e chi beve ha il cervello più piccolo? La ricerca
La tesi che l’alcol faccia diventare il cervello più piccola è sostenuta in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, il quale ha preso in esame le risonanze magnetiche di oltre 36.000 adulti di mezza età nel Regno Unito confrontando le scansioni con l’assunzione di alcol segnalata.
Secondo la ricerca, oltre un drink al giorno il restringimento naturale del cervello con l’età risulterebbe accelerato, con un declino più rapido della memoria, del processo decisionale e di altre funzioni cerebrali.